mercoledì 22 giugno 2011

Perchè diventa sempre più importante "insegnare a pensare?"



Oltre al fatto di diventare sempre più efficaci nell’insegnare a studenti con difficoltà di apprendimento, aumentano le ragioni per cui occorre orientarsi verso l’“insegnare a pensare”. Il libro Bianco su Istruzione e Formazione del 1995 lo pone con forza:
“È ormai chiaro che sia le nuove possibilità offerte agli individui che lo stesso clima di incertezza chiedono a ciascuno uno sforzo di adattamento, in particolare per costruire da sé le proprie qualifiche, raccogliendo e ricomponendo conoscenze elementari acquisite in svariate sedi. La società del futuro sarà dunque conoscitiva. È in questa prospettiva che si profila il ruolo centrale dei sistemi di istruzione…
L’istruzione e la formazione diventeranno sempre più i principali vettori di identificazione, di appartenenza, di promozione sociale e di sviluppo personale….
La posizione di ciascuno nello spazio del sapere e della competenza sarà decisiva. Questa posizione relativa, che si può qualificare come “rapporto conoscitivo”, strutturerà intensamente la nostra società.”
Anche dall’Onu, dall’Unicef e dall’OMS ci viene un quadro di riferimento generale delle cosiddette “abilità per la vita” che gli studenti di tutto il mondo dovrebbero acquisire e potenziare nel loro cammino formativo .
- Acquisire pensiero creativo e critico;
- Comunicare in forma adeguata al destinatario;
- Imparare a prendere decisioni tenendo conto dei dati di realtà
- A risolvere problemi specifici
- A gestire le emozioni, a sostenere stress e contenere ansie;
- Ad entrare in sintonia con le persone e gli ambienti.
- Riconoscere le proprie caratteristiche e sviluppare capacità auto-valutatitive;
Quindi i sistemi formativi sono chiamati in causa per qualificare il sapere di cui oggi, e ancor più domani, hanno bisogno la società ed i suoi cittadini.
La società della conoscenza in espansione su scala planetaria richiede una rifondazione dell’umanesimo che non può essere di una parte e per una parte dei suoi abitanti continuando ad alimentare saperi separati ed esclusivi: pertanto ha bisogno di investire sul potenziale conoscitivo di tutti, di qualunque società, cultura, età, genere e condizione, non per costruire nuove egemonie dominanti, ma per realizzare competizioni solidaristiche e cooperazioni nella diversità.

Nessun commento:

Posta un commento