Tutto il movimento dell’educazione cognitiva lo sostiene ogni individuo è modificabile e “la teoria della modificabilità non è un lusso: salva la vita. Dà a ciascuno la possibilità di far parte della società” (Feuerstein, 2001).
È possibile educare i processi di pensiero, i potenziali intellettivi sono modificabili, educabili e rieducabili grazie all’influenza di mediazioni educative efficaci (Paour, 1998) .
È possibile educare i processi di pensiero, i potenziali intellettivi sono modificabili, educabili e rieducabili grazie all’influenza di mediazioni educative efficaci (Paour, 1998) .
Per tornare al contesto italiano, la scuola sta ridisegnando il suo ruolo in funzione di questa centralità? Le affermazioni della Commissione dei Saggi del 1997 restano un punto di riferimento, affatto obsoleto, anche se pesantemente attaccato su più fronti dai nuovi orientamenti di politica scolastica dell’attuale governo.
“Compito prioritario della nuova scuola è la creazione di ambienti idonei all’apprendimento che abbandonino la sequenza tradizionale lezione-studio individuale-interrogazione per dar vita a comunità di discenti e docenti impegnati collettivamente nell’analisi e nell’approfondimento degli oggetti di studio e nella costruzione di saperi condivisi. Queste comunità dovranno essere caratterizzate dal ricorso a metodi di insegnamento capaci di valorizzare simultaneamente gli aspetti cognitivi e sociali, affettivi e relazionali di qualsiasi apprendimento”.
Insegnare a diventare buoni pensatori, stimolare lo sviluppo delle abilità di pensiero e la consapevolezza dei propri processi mentali implica ridisegnare anche il ruolo dell’adulto non più come trasmettitore di conoscenze, ma mediatore, facilitatore dei processi di apprendimento.Entro questo ricco filone di ricerca di una didattica speciale per la normalità di cui questo convegno è una mirabile sintesi, si colloca anche il Metodo Feuerstein.
Questa proposta pedagogica ha dato un contributo fondamentale e fortemente innovativo sul come si può lavorare sul potenziale di apprendimento sia di soggetti disabili sia di soggetti “normali”, appartenenti anche a culture diverse e si caratterizza come uno dei primi approcci metacognitivi in ambito educativo e riabilitativo.
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