martedì 28 ottobre 2008

Feuerstein ed applicazione scolastica

Non è errato presupporre che la scuola modifichi e potenzi, di per sé, le abilità cognitive degli individui. Ma lo fa in maniera caotica, turbolenta, quasi mai in modo tale che l'apparato formativo sia consapevole dei traguardi formativi raggiunti. L'approccio di Feuerstein è invece sistematico, basato sulla teoria della Modificabilità Cognitiva. Tutti i metodi di insegnamento si basano in un modo più o meno esplicito sull'ipotesi di modificabilità dell'intelligenza umana. Ha senso insegnare qualcosa solo se è possibile alterare opportunamente le capacità di ragionamento di un individuo. Come conseguenza, se in un certo istante una persona non è in grado di compiere una determinata operazione, non possiamo escludere che in un istante successivo la stessa persona riesca dove in precedenza ha fallito. Affermazioni del tipo "non può imparare perché è troppo stupido" non possono essere accettate nell'ottica del metodo Feuerstein. A qualsiasi età e in qualsiasi condizione fisica o psicologica, è possibile plasmare le proprie abilità cognitive e migliorare la qualità dell'interazione con l'ambiente, come Feuerstein stesso e le sue scuole disseminate in tutto il mondo hanno dimostrato operando su centinaia di casi apparentemente "disperati". La modificazione dell'individuo passa attraverso la mediazione, che può essere esperta o meno. Una madre esercita l'azione mediatrice sul bambino fin dalla nascita: sceglie gli stimoli adatti e li interpreta, li fa uscire dal contesto concreto, li trasforma in significati, in valori. Un mediatore esperto non fa altro che applicare gli stessi principi della mediazione in maniera consapevole, disponendo tra l'altro di uno strumento cartaceo, il P.A.S. (Programma di Arricchimento Strumentale), un contesto strutturato alternativo agli stimoli ambientali e ai contenuti scolastici. Feuerstein riduce tutti i casi di mancata efficacia dell'azione formativa della scuola (oltre che, più in generale, del "debito formativo" dell'individuo) alla carenza di esperienze di apprendimento mediato, superando tutti i particolari casi di deficit ambientali o genetici di ciascun individuo.
Per l'applicazione corretta del metodo bisogna rispettare rigorosamente tre vincoli:

- il tempo di esposizione ad esperienze di apprendimento mediato deve essere sufficientemente lungo,
- il formatore deve applicare correttamente il metodo.
- Deve esistere un contesto adeguato che riponga fiducia e interesse nell'intervento, sia pronto a recepire le aspettative create nel rapporto allievo-mediatore e a riconoscere e valorizzare i cambiamenti ottenuti nell'allievo.