lunedì 8 marzo 2010

Il Metodo Feuerstein e il disfunzionamento cognitivo

Feuerstein definisce il disfunzionamento cognitivo come mancanza di esperienza di apprendimento mediato e, contro l'interpretazione innatistica dell'intelli­genza, sostiene che un individuo è sempre cognitivamente modificabile non solo nel corso del periodo evolutivo ma a qualsiasi età e in qualunque fase di sviluppo.
Tale modificazione può essere provocata tramite la creazione di situazioni controllate a partire dalle quali la funzione mediativa attiva una ristrutturazione del pensiero dell'individuo, provocando una modificazione strutturale del suo funzionamento cognitivo.
 Lo studioso israeliano parte da una  critica della psicometria e di ogni tipo di misurazione statica del QI, elaborando una teoria dinamica della valutazione dell’intelligenza, che si propone non tanto di misurare la situazione di fatto basata sulla prestazione di un soggetto ma di effettuare una valutazione del potenziale di apprendimento che ciascun individuo possiede. Questo per Feuerstein si traduce nel sostituire il concetto di “retarded person” con quello di “retarded performer”  respingendo con forza la categoria clinica dell’insufficienza mentale (stato statico e definitivo della persona) e abbracciando quella di evolutiva delle funzioni cognitive carenti.
L’utilizzazione dell’LPAD e del P.A.S. da parte di chi si occupa professionalmente dello sviluppo di soggetti con funzioni cognitive carenti permette di intervenire con efficacia  in molte situazioni, sia per il recupero di gravi disturbi dell’apprendimento, sia per il potenziamento di funzionamenti cognitivi “normali”  o “eccellenti”. In particolare acquisire competenze nell’applicazione degli strumenti che il Programma di Arricchimento Strumentale mette a disposizione diventa strategico all’interno dei processi educativi e dell’integrazione".

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