ROMA - La diversità,
talvolta, ha un gusto amaro. La solidarietà ha, spesso, un sapore dolce.
Ma i sapori che una decina di ragazzi proveranno nei prossimi mesi sono
qualcosa di più vario e concreto: sono i sapori della cucina. Si avvia
infatti ad una confortante conclusione, a Roma, la prima edizione di
«Sapori Diversi», il programma della Comunità di Sant'Egidio che
favorisce la formazione e l'inserimento lavorativo dei disabili grazie
alla collaborazione di alcuni noti chef della Capitale. Sono ben 12,
quest'anno, i giovani portatori di handicap che hanno trovato un impiego
in locali romani: 8 presso altrettante cucine di cuochi rinomati, 2
alla Trattoria degli Amici di Sant'Egidio e altri 2 in altri
ristoranti.
COMMIS DI SALA E CUCINA -
Sapori Diversi - progetto che Sant'Egidio ha realizzato (unitamente al
corso per commis di sala e di cucina) insieme alla Laurenzi Consulting e
con il sostegno di Fondazione Telecom Italia - ha realizzato un sogno
per questi ragazzi: la possibilità concreta di avere un lavoro nel
settore della ristorazione. Ad accoglierli e aiutarli nella nuova prova
sul campo, ci saranno cuochi come: Cristina Bowerman (Glass Hostaria),
Davide Cianetti (OS Club), Saverio Crescente (Grano), Riccardo Di
Giacinto (All’Oro), Dany Di Giuseppe (Porto Fluviale), Alessandro
Roscioli (Roscioli), Angelo Troiani (Il Convivio) e Leonardo Vignoli
(Da Cesare).
GLI INVISIBILI IN CASA - «I
disabili sono i nostri invisibili - sottolinea Mario Marazziti,
portavoce della Comunità di Sant’Egidio - nascosti in casa. Liberarli
significa mostrare agli "intelligenti" quello che non vedono e far avere
a tutti un messaggio di vita attraverso la dignità del lavoro. Far
diventare visibili gli invisibili». Anche perchè il più delle volte, sul
lavoro, questi giovani sono più bravi impegnati di coloro che
comunemente si considerano «normali». Loro, i nuovi protagonisti
diversi, sono al settimo cielo. Federica, 36 anni, sorride alla
telecamera e ammette: «Ho imparato a fare il caffè, a servire ai tavoli e
ora sono capace di trattare con i clienti». Per 14 mesi hanno seguito i
corsi tenuti da specialisti del settore, guadagnandosi sul campo la
possibilità di lavorare a contatto con chef come Troiani, la Bowerman e
Di Giacinto.
VOGLIA DI FARE E CURIOSITA' - Niente
ferma la curiosità e la voglia di fare: così, come Federica, altri 23
giovani disabili hanno imparato un mestiere grazie al progetto «Cucina
inclusiva» della Comunità di Sant’Egidio. Sono cuochi infaticabili e lo
dimostreranno quando entreranno nello staff dei vari chef li hanno
accolti. Il corso – e l’annessa opportunità lavorativa – è una
iniziativa inedita in Italia: «La prima scuola riservata a giovani
disabili» spiega Marazziti. L’obiettivo di insegnare ai ragazzi come
cavarsela in cucina, o in sala, nasce dall’esperienza della Trattoria de
gli Amici, aperta a Trastevere, che impiega oggi tredici persone
diversamente abili.
IMPEGNO DI PROVINCIA E REGIONE -
«C’è un impegno della Regione Lazio e della Provincia di Roma per
aprire un altro ristorante – annuncia Marazziti – per studiarne la
fattibilità, e lanciare una scuola di cucina». Conferma l’assessore
regionale al Lavoro, Mariella Zezza: «Abbiamo appuntamento la prossima
settimana per replicare questa esperienza». Quando si dice, la genesi di
una buona idea.
tratto da: corriere.it