venerdì 10 agosto 2012

Articolo: dislessia quelle parole lette al contrario


La dislessia è una malattia molto complessa e dalle mille sfaccettature. Non può essere considerata come un’entità immobile sempre uguale a se stessa. Si presenta piuttosto con caratteristiche diverse da un individuo all’altro, o meglio con caratteristiche che ogni dislessico condivide con gli altri in misura più o meno estesa. Esistono comunque una serie di tratti, elementi, abilità che ricorrono, anche se in maniera e grado diversi. Le difficoltà in un individuo dislessico, non sono limitate a problemi nella lettura, scrittura o matematica, coinvolgono invece tutti i sensi: vista, udito, equilibrio, movimento e senso del tempo. In genere comunque la dislessia si manifesta già nei primi anni di vita del bambino, il cui sviluppo è più lento rispetto alla media: rispetto ai suoi coetanei inizia a camminare e parlare più tardi. A scuola impara a leggere e scrivere con difficoltà e riesce a farlo solo impegnando molte delle sue risorse mentali, perché non arrivando agli automatismi degli altri suoi coetanei, si stanca molto, commette errori, rimane indietro nell’apprendimento e ha poche energie residue per la comprensione. Nonostante abbia una vivacità e un’intelligenza spesso superiore alla media, il suo rendimento è basso soprattutto nelle prove scritte e di calcolo. A volte viene accusato di non impegnarsi abbastanza e questo lo fa sentire inferiore, sviluppando una tendenza alla bassa autostima. Non riesce a concentrarsi con facilità, la sua attenzione spesso non rimane focalizzata per molto. Allo stesso tempo il bambino dislessico si perde nei suoi pensieri, non riuscendo ad avere la cognizione del tempo e avendo così difficoltà nella puntualità. Nella lettura, chi soffre di dislessia spesso compie errori caratteristici come inversione di lettere, parole e numeri (ad esempio il 21 con il 12), sostituzione di lettere (m/n  v/f  b/d), omissioni, ripetizioni o aggiunte di parole. Ha difficoltà ad imparare informazioni in sequenza, sia numeriche come le tabelline o le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può confondere i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra  ieri/domani  mesi e giorni) e avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. A volte sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ha difficoltà ad allacciarsi le scarpe e tiene in mano la penna in modo inconsueto). Appare non coordinato e goffo nei movimenti quando gioca o è impegnato in attività sportive. Può essere ambidestro, avere una soglia di sensibilità al dolore molto elevata o molto bassa, essere ipersensibile ed emotivo. Spesso i disturbi si accompagnano anche a problemi psicologici, ma si tratta di una conseguenza, e non della causa della malattia. Una volta riscontrati i sintomi nel soggetto, andrà poi fatta una diagnosi mediante specifi test sottoposti da esperti. Dopo la diagnosi definitiva sarà importante evitare di colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e di attribuire la causa a problemi psicologici. Questo tipo di atteggiamento potrebbe determinare sofferenze, frustrazioni e talora disastri irreparabili. Accertata la malattia possono essere messi in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti come la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice, del computer o di strumenti informatici dotati di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocali, strumenti interattivi come i cd-rom per migliorare le capacità lessiche e ridurre il danno causato dal disturbo. I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano. Lo studente va aiutato a prendere consapevolezza delle sue difficoltà e del suo diverso funzionamento intellettivo, che non significa essere inferiori agli altri. Occorre conoscere e accettare queste differenze per trovare strategie alternative nell’affrontare i vari compiti scolastici. Affrontare la dislessia significa dare fiducia al bambino, nel suo successo formativo, capirlo e sostenerlo nei suoi sforzi, gratificarlo rompendo il circolo vizioso della caduta dell’autostima e offrendogli sfide cognitive che è in grado di vincere. Generalmente, con l’applicazione e la costanza, i ragazzi dislessici migliorano notevolmente nell’accuratezza della lettura, ma poco nella velocità, che resta sempre inferiore rispetto a quella dei ragazzi di pari età. 

Per ulteriori informazioni su come utilizzare il metodo Feuerstein con i bambini D.S.A. potete inviarmi una mail al seguente indirizzo m.boninelli@univirtual.it