La dislessia è una malattia molto complessa e dalle mille
sfaccettature. Non può essere considerata come un’entità immobile
sempre uguale a se stessa. Si presenta piuttosto con caratteristiche
diverse da un individuo all’altro, o meglio con caratteristiche che ogni
dislessico condivide con gli altri in misura più o meno estesa.
Esistono comunque una serie di tratti, elementi, abilità che ricorrono,
anche se in maniera e grado diversi. Le difficoltà in un individuo
dislessico, non sono limitate a problemi nella lettura, scrittura o
matematica, coinvolgono invece tutti i sensi: vista, udito, equilibrio,
movimento e senso del tempo. In genere comunque la dislessia si
manifesta già nei primi anni di vita del bambino, il cui sviluppo è più
lento rispetto alla media: rispetto ai suoi coetanei inizia a camminare e
parlare più tardi. A scuola impara a leggere e scrivere con difficoltà
e riesce a farlo solo impegnando molte delle sue risorse mentali,
perché non arrivando agli automatismi degli altri suoi coetanei, si
stanca molto, commette errori, rimane indietro nell’apprendimento e ha
poche energie residue per la comprensione. Nonostante abbia una
vivacità e un’intelligenza spesso superiore alla media, il suo
rendimento è basso soprattutto nelle prove scritte e di calcolo. A
volte viene accusato di non impegnarsi abbastanza e questo lo fa sentire
inferiore, sviluppando una tendenza alla bassa autostima. Non riesce a
concentrarsi con facilità, la sua attenzione spesso non rimane
focalizzata per molto. Allo stesso tempo il bambino dislessico si perde
nei suoi pensieri, non riuscendo ad avere la cognizione del tempo e
avendo così difficoltà nella puntualità. Nella lettura, chi soffre di
dislessia spesso compie errori caratteristici come inversione di
lettere, parole e numeri (ad esempio il 21 con il 12), sostituzione di
lettere (m/n v/f b/d), omissioni, ripetizioni o aggiunte di parole. Ha
difficoltà ad imparare informazioni in sequenza, sia numeriche come le
tabelline o le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi
dell'anno. Può confondere i rapporti spaziali e temporali
(destra/sinistra ieri/domani mesi e giorni) e avere difficoltà a
esprimere verbalmente ciò che pensa. A volte sono presenti anche
difficoltà in alcune abilità motorie (ha difficoltà ad allacciarsi le
scarpe e tiene in mano la penna in modo inconsueto). Appare non
coordinato e goffo nei movimenti quando gioca o è impegnato in attività
sportive. Può essere ambidestro, avere una soglia di sensibilità al
dolore molto elevata o molto bassa, essere ipersensibile ed emotivo.
Spesso i disturbi si accompagnano anche a problemi psicologici, ma si
tratta di una conseguenza, e non della causa della malattia. Una volta
riscontrati i sintomi nel soggetto, andrà poi fatta una diagnosi
mediante specifi test sottoposti da esperti. Dopo la diagnosi
definitiva sarà importante evitare di colpevolizzare il bambino ("non
impara perché non si impegna") e di attribuire la causa a problemi
psicologici. Questo tipo di atteggiamento potrebbe determinare
sofferenze, frustrazioni e talora disastri irreparabili. Accertata la
malattia possono essere messi in atto aiuti specifici, tecniche di
riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti come
la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso
della calcolatrice, del computer o di strumenti informatici dotati di
videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocali, strumenti
interattivi come i cd-rom per migliorare le capacità lessiche e ridurre
il danno causato dal disturbo. I dislessici hanno un diverso modo di
imparare ma comunque imparano. Lo studente va aiutato a prendere
consapevolezza delle sue difficoltà e del suo diverso funzionamento
intellettivo, che non significa essere inferiori agli altri. Occorre
conoscere e accettare queste differenze per trovare strategie
alternative nell’affrontare i vari compiti scolastici. Affrontare la
dislessia significa dare fiducia al bambino, nel suo successo formativo,
capirlo e sostenerlo nei suoi sforzi, gratificarlo rompendo il circolo
vizioso della caduta dell’autostima e offrendogli sfide cognitive che è
in grado di vincere. Generalmente, con l’applicazione e la costanza, i
ragazzi dislessici migliorano notevolmente nell’accuratezza della
lettura, ma poco nella velocità, che resta sempre inferiore rispetto a
quella dei ragazzi di pari età.
Per ulteriori informazioni su come utilizzare il metodo Feuerstein con i bambini D.S.A. potete inviarmi una mail al seguente indirizzo m.boninelli@univirtual.it