venerdì 9 aprile 2010

" Se mi ami, costringimi a cambiare" La storia di Giacomo, musicista con la Sindrome di Down

Carissimi
pubblico, volentieri, l'articolo scritto sull' Eco di Bergamo, della storia di Giacomo, un uomo di quarant'anni con la sindrome di Down, che fa vibrare le note del cuore, grazie alla sua mamma che gli ha insegnato a suonare la tastiera.Il non arrendersi di fronte alla disabilità da parte dei genitori è fondamentale per la crescita cognitiva e formativa dei propri figli con bisogni educativi speciali.
"Giacomo suona la tastiera, Giacomo suona
nelle chiese, fa vibrare le note di Bach. Si esibisce nelle feste, regala gli
accordi degli Evergreen, le canzoni degli Anni Sessanta che non tramontano mai,
interpreta le più belle canzoni napoletane... Giacomo Bonacina ha quarant'anni, di
giorno è impegnato nelle agenzie viaggi della sorella. La musica è un hobby che lo
ha portato in giro per il mondo. Ha suonato sulle navi in crociera, ha suonato al
Pirellone per Formigoni. Giacomo abita a Ponte San Pietro, ha i capelli lisci e
radi, gli occhi chiari. È una persona serena, sorridente. È un signore affetto
dalla sindrome di Down.
Dice Giacomo: «Suono la tastiera da vent'anni. Avevo diciassette anni quando è
morta mia mamma, lei mi aveva insegnato a leggere le note. Faceva la maestra. Quando
lei è morta ho provato tantissimo dolore. Così io ho cominciato a studiare la
musica bene, perché lei me l'aveva insegnata. Da allora ogni settimana viene a casa
nostra il maestro Artemisio Franchi. Da vent'anni. Più di vent'anni. È molto
bravo. Sa che cosa penso? Che la musica è la mia mamma».
Capita che Giacomo vada nelle balere a suonare il liscio, che a Natale sia impegnato
nelle chiese. Il papà si chiama Mario, ha 84 anni, faceva l'impresario edile.
Racconta: «Quarant'anni fa non c'era molta preparazione in questo campo, ricordo
che a Bergamo riuscivamo a fare poco per Giacomo. Non progrediva. Allora ci hanno
segnalato un istituto a Roma, dalle suore, mia moglie è andata con lui, sono
rimasti a Roma per due anni, il risultato è che Giacomo è cambiato, che si è
aperto. Aveva sette anni. Adesso Giacomo ha quarant'anni, fa tante cose, è
autonomo».
Giacomo non è solo un bravo musicista, è cintura nera, primo dan, di judo.
«Faccio judo dal 1989, mi piace. Mi piace tanto aiutare i diversamente abili come
me. Magari arrivano in palestra timorosi, poi vedono me, parlo con loro e si
lasciano andare. Ho avuto tanti momenti importanti, per esempio quando ho conosciuto
Papa Giovanni Paolo II. Di recente ho conosciuto il vescovo di Bergamo, mi ha detto
"Piacere Francesco" e io gli ho detto "Piacere Giacomo". Mi piace lavorare, vado da
mia sorella che ha l'agenzia Brembo Viaggi, a Ponteranica. Io sono un diversamente
abile, quando quelli come me mi incontrano al lavoro o in altri posti allora sono
contenti e hanno meno paura a fare le cose. Come a judo, per esempio. E io sono
contento di aiutare». Giacomo dice che suo padre è bravo, ma un po' severo, che le
sue giornate sono belle, che «Internet è bello» e spiega che con Skipe può
parlare con le persone, e vederle: «Parlo con le mie sorelle, con mio cognato, mio
nipote 
 Mauro, i colleghi. Ho sei nipoti. Quando dicono parolacce mi arrabbio, glielo dico
di comportarsi bene. Penso che per noi diversamente abili sia importante non
isolarsi. E penso che chi è nato prima, chi è più vecchio, abbia più
responsabilità».
Giacomo ha viaggiato molto: Ecuador, Brasile, Galapagos, Cuba... Le vacanze gli
piacciono molto. Ha mai desiderato di non essere un diversamente abile, Giacomo?
«Questa è una domanda davvero difficile. Però io posso dire che sono contento,
che mi piacciono le mie giornate»".

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