La visione classica a cui siamo abituati è quella che quantifica il livello intellettivo, valuta il prodotto, fa riferimento ad un comportamento cognitivo e affettivo strutturato e quindi stabile. Tralascia il come avviene una determinata cosa e dunque non considera la possibilità di modificazione. La prospettiva di Feuerstein, invece, studia l’organismo nel suo complesso e lo considera flessibile. Gli ‘scogli ’ principali da affrontare quando ci si addentra nelle problematiche sono essenzialmente di tre tipi
- eziologici, ossia legati alle cause e alla tipologia del danno;
- periodi critici di sviluppo, per cui si considera che esista una fascia di età entro la quale sviluppare determinate abilità; ad esempio il linguaggio parlato deve essere acquisito entro i sette anni altrimenti, se si sviluppa in fasi successive, diventa solo un elemento funzionale;
- entità del danno.
Per il prof. Feuerstein questi < scogli > non sono eliminabili ma permane una possibilità di cambiamento, può avvenire una modificazione. Attraverso forme appropriate di intervento, un intervento flessibile, queste condizioni possono rendersi flessibili, ma non esiste una situazione standard poiché ogni individuo ed ogni relazione è unica. Esiste una vasta gamma di ricerche e di successi in questo ambito ma c’è ancora tanto da verificare: si sa che il cervello cambia ma non si sa ancora con precisione che cosa fa cambiare l’essere umano e che cosa cambia il cervello. Certo è che l’intensità dell’intervento, la quantità di ore e la natura delle esperienze svolge un ruolo molto importante.
Le prime occasioni di incontro con alcune affermazioni sostenute da quest’area di pensiero, quali “L’educazione può cambiare i cromosomi” o “I cromosomi non hanno l’ultima parola” la pretesa non è quella di trasformare l’individuo o di compiere chissà quali miracoli. Tuttavia, è possibile, fornendo degli stimoli adeguati, adottando dei comportamenti che richiedano l’attivazione della persona, considerando l’individuo in modo olistico congiuntamente ad altre attenzioni che derivano da uno studio e dalla preparazione specifica dell’applicatore P.A.S. (Programma di Arricchimento Strumentale), indurre una “modificazione, stabile nel tempo, della struttura cognitiva, che si riflette in un allontanamento notevole dal corso dello sviluppo del soggetto così come lo determinerebbe il suo contesto genetico e/o neurofisiologico e/o la sua esperienza educativa.” La cosa più importante che avviene in tutto il processo è il formarsi nel soggetto di una progressiva consapevolezza del Sé: del proprio agire, dei percorsi mentali, dell’emotività, della stima e fiducia nelle capacità possedute, degli apprendimenti e delle relazioni sociali. In altre parole, la meta-cognizione, cioè la consapevolezza del proprio operare, porta l’individuo a controllare e modificare le strutture cognitive. Si tratta di percezione positiva del sé che stimola e attiva capacità che si trovano ad una distanza prossimale.
Questo percorso è favorito dalla presenza del mediatore che conduce l’individuo verso l’auto – regolazione e l’auto – valutazione utilizzando degli strumenti strutturati quali quelli offerti dal Programma di Arricchimento Strumentale (P.A.S.).
Il P.A.S., ossia la parte operativa del Metodo, è formato da quattordici strumenti che presentano degli esercizi mirati allo sviluppo e alla modificazione in positivo delle funzioni cognitive quali la percezione, la regolazione dell’impulsività, la ricerca di strategie,ecc. “L’obiettivo principale dell’arricchimento strumentale consiste nel promuovere la propensione ad apprendere e a essere modificati dagli eventi dell’apprendimento.” Chi promuove tale propensione è appunto il mediatore che offre delle occasioni per imparare caratterizzate da un alto livello di strutturazione e di intenzionalità, queste ‘occasioni’ si definiscono come Esperienze di Apprendimento Mediato (E.A.M.).
Le prime occasioni di incontro con alcune affermazioni sostenute da quest’area di pensiero, quali “L’educazione può cambiare i cromosomi” o “I cromosomi non hanno l’ultima parola” la pretesa non è quella di trasformare l’individuo o di compiere chissà quali miracoli. Tuttavia, è possibile, fornendo degli stimoli adeguati, adottando dei comportamenti che richiedano l’attivazione della persona, considerando l’individuo in modo olistico congiuntamente ad altre attenzioni che derivano da uno studio e dalla preparazione specifica dell’applicatore P.A.S. (Programma di Arricchimento Strumentale), indurre una “modificazione, stabile nel tempo, della struttura cognitiva, che si riflette in un allontanamento notevole dal corso dello sviluppo del soggetto così come lo determinerebbe il suo contesto genetico e/o neurofisiologico e/o la sua esperienza educativa.” La cosa più importante che avviene in tutto il processo è il formarsi nel soggetto di una progressiva consapevolezza del Sé: del proprio agire, dei percorsi mentali, dell’emotività, della stima e fiducia nelle capacità possedute, degli apprendimenti e delle relazioni sociali. In altre parole, la meta-cognizione, cioè la consapevolezza del proprio operare, porta l’individuo a controllare e modificare le strutture cognitive. Si tratta di percezione positiva del sé che stimola e attiva capacità che si trovano ad una distanza prossimale.
Questo percorso è favorito dalla presenza del mediatore che conduce l’individuo verso l’auto – regolazione e l’auto – valutazione utilizzando degli strumenti strutturati quali quelli offerti dal Programma di Arricchimento Strumentale (P.A.S.).
Il P.A.S., ossia la parte operativa del Metodo, è formato da quattordici strumenti che presentano degli esercizi mirati allo sviluppo e alla modificazione in positivo delle funzioni cognitive quali la percezione, la regolazione dell’impulsività, la ricerca di strategie,ecc. “L’obiettivo principale dell’arricchimento strumentale consiste nel promuovere la propensione ad apprendere e a essere modificati dagli eventi dell’apprendimento.” Chi promuove tale propensione è appunto il mediatore che offre delle occasioni per imparare caratterizzate da un alto livello di strutturazione e di intenzionalità, queste ‘occasioni’ si definiscono come Esperienze di Apprendimento Mediato (E.A.M.).
Tratto da sito vivoscuola.it scritto dalla Dr.ssa Katia Fontana.
Per ulteriori informazioni riguardo l'applicazione del Programma di Arricchimento Strumentale potete inviarmi una mail al seguente indirizzo: m.boninelli@unive.it
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