martedì 9 novembre 2010

Bisogni educativi Speciali ed inclusione: buone prassi e modalità di lavoro

Accanto al 2-3% di alunni diversamente abili  "certificati" c'è un altro 15-20% di alunni che presentano vari tipi di " Bisogni Educativi Speciali": alunni con disturbo specifico dell'apprendimento quali ad esempio dislessia, discalculia etc, alunni con difficoltà psicologiche, comportamentali e relazionali, alunni iperattivi, alunni che presentano svantaggio sociale e varie differenze linguistiche, culturali e non per ultime etniche.
Una scuola per essere davvero inclusiva per tutti i suoi alunni deve tenere conto di tutte queste diversità presenti all'interno dei contesti classe. Per questo motivo si osserva una sempre più emergente necessità di cogliere in tempo le differenze e i bisogni speciali in modo da poter organizzare una didattica il più possibile efficace e vicina alle reali esigenze di tutti gli studenti. 
Il nuovo modello di lettura delle difficoltà di  "funzionamento educativo-apprenditivo" basato sull'ICF dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è utilizzabile dagli insegnanti, per cogliere in tempo i vari Bisogni Educativi Speciali e attivare tutte le risorse, attività, metodi di lavoro possibili secondo i principi che stanno alla base della "speciale normalità", cioè quella normalità quotidiana delle relazioni e degli apprendimenti che tutti gli alunni dovrebbero raggiungere se correttamente "mediati" nei loro processi di acquisizione prima e apprendimento dopo
E' necessario utilizzare i mezzi, le risorse umane e i materiali più idonei alla specifica situazione della classe.
Per ulteriori informazioni su come poter raccogliere e gestire con metodo e precisone i dati relativi agli alunni con "Bisogni Educativi Speciali" ed attivare in maniera quanto più tempestiva e puntuale tutte le risorse necessarie per l'integrazione ed inclusione, potete contattarmi al seguente indirizzo mail: m.boninelli@unive.it  

Si ringrazia Nicoletta Costa per l'immagine.

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