lunedì 15 febbraio 2010

Mediazione e Media Education

Carissimi 
pubblico volentieri un articolo scritto dalla Dr.ssa Nadia Scarnecchia sulla Media Education. La Dr.ssa Scarnecchia, laureata in Scienze dell'educazione è un applicatrice e valutatrice del Metodo Feuerstein. Dal 2007 collabora con il centro autorizzato di Torino ARRCA onlus Percorsi Cognitivi per lo sviluppo cognitivo di bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali. 

"Eventi recenti ,come la proiezione cinematografica del film di Oren Peli:”Paranormal Activity”, che hanno provocato così tanto scalpore da aver visto l'intervento di Codacons e di alcuni politici che vorrebbero vietarlo ai minori, ha riportato alla luce una questione sempre molto importane: la media education.
Con questo termine, si intende un'attività educativa e didattica che aiuti i giovani e non solo, ad approcciarsi ai media con senso critico. E' più precisamente una forma di educazione ai media, ma anche un'educazione con i media.
Il tema della media education è d'interesse globale, infatti anche il Parlamento Europeo, il 16 dicembre del 2008, a Salisburgo ha discusso la questione dell'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale, cioè:”«… la capacità di utilizzare autonomamente i vari media, di comprendere e valutare con cognizione di causa i diversi aspetti dei mezzi di comunicazione e dei contenuti mediatici, nonché di comunicare in contesti eterogenei e di produrre e diffondere contenuti mediatici…»
Per i Parlamentari Europei i punti chiave dell'educazione ai media si articolano intorno a tre punti cruciali, ossia fornire nozioni sui diritti d'autore, sull'importanza del rispetto ai diritti di proprietà intellettuale, sulla sicurezza dei dati ed il rispetto della privacy; questo tipo di educazione deve essere rivolto ad ogni tipo di media, quindi nei confronti di quelli classici e di quelli moderni; importante è che l'educazione ai media venga promossa da diversi enti, in particolare da quelli locali, tra cui le biblioteche, le scuole di qualificazione e di perfezionamento professionale e i centri civici.
L'educazione ai media è funzionale per un'educazione politica consapevole, pertanto il Parlamento Europeo si impegna a promuovere la la media education come la nona competenza chiave dell'European Reference Framework for Life Long Learning, cioè la competenza necessaria per la crescita personale, per la promozione di una cittadinanza attiva e per l'inserimento socio-lavorativo dei cittadini comunitari.
All'interno di una società complessa la media education si pone come una grossa sfida, in quanto cerca di coniugare l'educazione con i media: l'educazione, infatti, è un tema ben radicato, che ha una storia ed una tradizione antica, si pone l'obbiettivo di formare la persona nella sua totalità durante un processo evolutivo che dura nel tempo, inoltre dà valore all'oggettività; per contro i media sono un nuovo mezzo, quindi senza radici profonde, che dà valore alla soggettività, facendo leva sulle emozioni e sul senso del piacere, fortemente condizionati dall'economia e dalle tendenze del momento (Jacquinot, 1999).
Questa sfida ha prodotto importanti frutti nell'ambito della pedagogia speciale, creando programmi appositi per soggetti con disturbi specifici dell'apprendimento o con disturbi pervasivi dello sviluppo (interessante è ALPACA, un softwer ed un sistema di immagini personalizzate visualizzabili nello schermo di un palmare touch screen. ). Non solo la pedagogia speciale ha tratto beneficio dall'impiego dei media, ma è stato un vantaggio per tutti, basti ricordare i forum on line, il programma Nettuno per studenti universitari, i video curriculum molto usati all'estero.
Anche il MIUR a cavallo tra il 1997 ed il 2000 ha disposto un piano per introdurre le nuove tecnologie (PC ed Internet) in ambito didattico, offrendo all'insegnamento nuove opportunità.
A livello Istituzionale l'importanza dell'educazione ai media è avvertita, infatti l'UNESCO ed anche la Chiesa Cattolica si sono adoperate nel tempo a questo scopo, così che nel 1986 la Congregazione Vaticana per l'educazione cattolica ha voluto che i futuri sacerdoti ricevessero insegnamenti relativi alla media education.
Credo che questo tema, per la sua complessità, per le opportunità che offre e per i limiti che nasconde, vada affrontato da più agenzie educative e che debba essere maggiormente sentito e diffuso a livello sociale, ma soprattutto ne devono essere rese partecipi e coscienti le famiglie. Il ruolo dell'educatore nella media education non si esaurisce nel fornire ai giovani i rudimenti di questa e nel far crescere nei ragazzi un maggior senso critico.
Come già sottolineato i media (tv, cinema, chat line, etc..) nascondono insidie di vario tipo, davanti alle quali i ragazzi sono solitamente soli: è infatti in solitudine che devono saper gestire alcune emozioni ed elaborarle in sentimenti, che non sempre sono in grado di comprendere e di riconoscere, cedo che una buona educazione ai media non possa prescindere da un adeguato lavoro di educazione alle emozioni.

Nell'approccio con i media diviene necessaria, soprattutto quando si parla di minori, la figura di un mediatore, che crei con il ragazzo una reciprocità, in modo da poter discutere insieme di ciò che sta vedendo, di quanto sta leggendo o ciò che gli è stato scritto in chat. E' importante che il minore abbia la possibilità di condividere con l'adulto le esperienze, che possa parlare di cosa ha visto, ma soprattutto di cos'ha provato, che possa confrontare la propria opinione sull'articolo letto on line o sul film visto alla tv, con una figura adulta e consapevole. Come già detto i media offrono molte opportunità, ma possono celare molti pericoli, possono esporre i ragazzini a situazioni pericolose da cui non sanno difendersi o che non sanno neppure riconoscere, possono proporre visioni perturbanti, quindi è importante che il ragazzo senta di non essere solo, che i suoi turbamenti saranno accolti e che certe emozioni non dovrà elaborarle in solitudine. E' necessario che un adulto attento aiuti nel riflettere su cosa va bene dell'esperienza mediatica e cosa invece va tralasciato o lasciato andare. I media sono una risorsa, ma solamente se vissuti con consapevolezza e con l'assistenza costante e non invadente di un mediatore umano, che possa essere sostegno e punto di riferimento.
Questo è un aspetto fondamentale dell'educazione ai media, sicuramente compreso dalle istituzioni, noto agli addetti ai lavori, ma non sempre chiaro alle famiglie, che talvolta vivono con la realtà mediatica un rapporto di eccessiva ed ingenua fiducia. Rendere i genitori e più in generale tutti gli individui consapevoli delle insidie e delle possibilità offerte dai media e insegnare loro come comportarsi, credo che sia un'importante traguardo educativo".
Per ulteriori informazioni riguardo l'articolo potete contattare la Dr.ssa Scarnecchia al seguente indirizzo mail: scarnecchia.nadia@tiscali.it

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