Una svolta per i 350mila bambini e ragazzi dislessici che vanno a scuola, e complessivamente per il milione e mezzo di italiani, anche adulti, con disturbi specifici di apprendimento (Dsa). La commissione Cultura del Senato ha approvato in via definitiva - e all'unanimità - la prima legge sulla dislessia mai varata in Italia, «Disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico», prima firmataria la senatrice Pd Vittoria Franco, che pone fine a anni di discriminazioni nei confronti dei bambini dislessici, intelligenti quanto e più dei loro coetanei, ma con serie difficoltà, dovute alla malattia, nel leggere, scrivere, far di conto. «Una diagnosi precoce e una formazione specifica per gli insegnanti - ha commentato soddisfatta la senatrice Franco - consentiranno un intervento più efficace per evitare l'isolamento dei bambini e per permettere loro un sereno e proficuo inserimento nel mondo della scuola e nell'attività quotidiana».
A sostegno della legge si erano mobilitati alcuni genitori, che avevano lanciato ad agosto, su Facebook, un appello al Parlamento per l'approvazione veloce della legge, che aveva raggiunto quasi 4mila firme. Soddisfatti anche i pidiellini, il presidente della commissione, Guido Possa, e il capogruppo in commissione Istruzione al Senato Franco Asciutti che parlano di «legge storica» che riconosce anche la disgrafia/disortografia (difficoltà nelle manifestazioni grafiche) e la discalculia (difficoltà nello svolgimento di calcoli) come difficoltà specifiche di apprendimento.
Con la nuova legge gli insegnanti dovranno essere consapevoli del fatto che per valutare, in modo giusto e corretto, gli alunni dislessici e con disturbi di apprendimento servono criteri differenti: come per esempio, compiti più brevi, privilegio delle interrogazioni orali rispetto alle verifiche scritte, attenzione al contenuto dei temi più che agli errori ortografici, o alla capacità di risolvere un problema più che alla conoscenza mnemonica delle tabelline.
La legge prevede la necessità di una specifica preparazione per i docenti finalizzata anche «ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali di disturbo».. Per questo fine vengono stanziati complessivamente due milioni di euro per il 2010 e il 2011. Altro aspetto importante disciplinato dalle nuove norme è quello che riguarda la diagnosi che dovrà essere effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Ssn (a legislazione vigente) e sarà comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente.
A sostegno della legge si erano mobilitati alcuni genitori, che avevano lanciato ad agosto, su Facebook, un appello al Parlamento per l'approvazione veloce della legge, che aveva raggiunto quasi 4mila firme. Soddisfatti anche i pidiellini, il presidente della commissione, Guido Possa, e il capogruppo in commissione Istruzione al Senato Franco Asciutti che parlano di «legge storica» che riconosce anche la disgrafia/disortografia (difficoltà nelle manifestazioni grafiche) e la discalculia (difficoltà nello svolgimento di calcoli) come difficoltà specifiche di apprendimento.
Con la nuova legge gli insegnanti dovranno essere consapevoli del fatto che per valutare, in modo giusto e corretto, gli alunni dislessici e con disturbi di apprendimento servono criteri differenti: come per esempio, compiti più brevi, privilegio delle interrogazioni orali rispetto alle verifiche scritte, attenzione al contenuto dei temi più che agli errori ortografici, o alla capacità di risolvere un problema più che alla conoscenza mnemonica delle tabelline.
La legge prevede la necessità di una specifica preparazione per i docenti finalizzata anche «ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali di disturbo».. Per questo fine vengono stanziati complessivamente due milioni di euro per il 2010 e il 2011. Altro aspetto importante disciplinato dalle nuove norme è quello che riguarda la diagnosi che dovrà essere effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Ssn (a legislazione vigente) e sarà comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente.
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