Direttore tecnico-scientifico del Centro Studi Feuerstein: Prof. Mario Di Mauro
Un passaggio significativo di uno dei primi documenti europei che ha affrontato il tema dei cosiddetti "nuovi apprendimenti", il Libro Bianco di J. Delors, è quello che dice: "per prepararsi alla società di domani non bastano conoscenze e capacità di metterle in pratica acquisite una volta per tutte. E' indispensabile soprattutto l'attitudine ad apprendere e a comunicare".Parole queste che oggi si avviano rapidamente a diventare fatti perché mai come oggi l'uomo, sconvolto fortemente il modello di intelligenza sociale a cui era abituato, si trova pressato ad agire sempre più da solo con strategie formative molto diverse da quelle adoperate nel passato. Oggi il modello di pensiero che si impone prevede una formazione sempre più indipendente, critica, flessibile e soprattutto responsabile ed autogenerativa.E' l'idea certamente non nuova dell'auto-formazione su cui già Socrate ci faceva riflettere: l'autodirezione dell'apprendimento come valore aggiunto acquisito e posseduto dal soggetto discente e l'autodirezionalità dell'educazione come pedagogia della responsabilità che mette al centro dell'attenzione più le esigenze-caratteristiche dell'allievo che non quelle del sistema educativo di appartenenza.Oggi non è più strategica la persona bene informata quanto il suo contesto di vita e di lavoro richiede, ma la persona capace di sapere come conoscere, che sa come operano le proprie strategie cognitive ed emotive nel momento in cui agiscono. Ma è proprio questa condizione che oggi si va facendo ingovernabile per l’uomo, perché l’apertura del mondo, avvenuta così in fretta e in modo così dirompente, sta creando crescenti “diversità” che si fanno barriere e che diventano poi svantaggio.Riconoscendo che ogni innovazione nel processo educativo e formativo deve riprendere ab initio dall'apprendimento e dalla comprensione della complessità del processo di pensiero, con la decisione di costituire un Laboratorio di ricerca sui processi di apprendimento mediato, ripercorrendo e accompagnando gli sforzi che vanno da Vygotsky a Feuerstein, si testimonia non solo l’interesse dell’Università per un’area di studi mai come oggi resa attuale dai tempi ma soprattutto l’espressione di volontà del mondo accademico di contribuire alla diffusione di prassi psico-pedagogiche in grado di elevare la qualità dell’interazione educativa nella scuola e in tutte le azioni di intervento che si fanno per lo sviluppo della persona. Ciò, facilitando la possibilità di studiare l'apprendimento, in quanto processo funzionale della vita di un individuo conoscente, attraverso metodologie applicative e sperimentando modelli di educazione cognitiva, emotiva e relazionale.Sono molte le teorie cognitiviste che nella storia evolutiva della psicologia scientifica si sono soffermate sul concetto di modificabilità cognitiva umana, da Lewin a Piaget, da Vygotsky a Bruner, da Gardner a LeDoux a Maturana e a Feuerstein. Oggi il contributo che Reuven Feuerstein offre a tutta la materia è originale e strategico perché rende esplicito il valore che può assumere l'interazione umana, e quella educativa nello specifico, nel modulare l'attività cognitiva di un individuo quando, all'interno di un dato sistema culturale di riferimento, si è in grado di creare condizioni in cui possono attivarsi specifici fattori di mediazione.La mission del Centro Studi Feuerstein è quello di rendere il momento della ricerca concreto supporto ai processi formativi, da una parte applicando e sperimentando tutte le metodologie più note che si occupano di potenziamento e sviluppo dell'apprendimento e dei repertori di efficacia delle strategie cognitive ad esso connesse, dall'altra costruendo piani di ricerca per mettere a punto metodiche di monitoraggio e verifica, con l’ausilio delle più conosciute batterie di test standardizzati (test di profitto, test di efficienza intelletttiva, test attitudinali, test percettivo-motori, test di ambito psicosociali e psicorelazionali, ecc.), su quanto l’educatore fa perché la sua azione riesca a raggiungere la profondità di riflessione teorica proprio del suo ruolo: conoscere, comprendere, operare, sapendo che ad animare la relazione insegnate-allievo è l'ottimismo nella possibilità del cambiamento, nella possibilità del miglioramento, nella possibilità del successo personale.Tutte le attività che nel Laboratorio si svolgono ricadono all’interno della sfera di interesse professionale di chi, occupandosi di educazione ordinaria o speciale, si pone come meta del proprio operare il miglioramento continuo delle caratteristiche della sua azione con una sistematica ricerca di contenuti, strumenti e pratiche utili alla relazione di mediazione in cui è impegnato.Nella pratica il Laboratorio tende a combinare il modello di ricerca in contesti protetti proprio delle attività di laboratorio con il modello di ricerca in contesti di vita reale, coinvolgendo insegnanti e realtà scolastiche nelle loro diverse espressioni educative e formative. Uno spazio che si propone di entrare con le proprie proposte di lavoro e di sperimentazione nel vivo del dibattito in corso sugli studi dell'apprendimento che oggi coinvolgono aree diverse quali l’educazione di base, la formazione permanente, l’integrazione, il recupero.
In qualità di collaboratrice e Formatrice del Centro Studi Feuerstein potete contattarmi per ulteriori informazioni al seguente indirizzo di posta elettronica: m.boninelli@unive.it
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