Il nuovo studio condotto dal Dr. Guomei Tang, David Sulzer e colleghi, sta ricevendo molta attenzione. Questa ricerca, come altre ricerche nello stesso campo, mostra
come vi sia una diversità nella struttura del cervello delle persone
con disturbo dello spettro autistico. Vi sono delle differenze nella
connettività cerebrale, alcune aree del cervello sono coordinate ad
altre aree in maniera differente rispetto alle persone a sviluppo
tipico.
Il
team di ricerca del Dr. Tang e di Sulzer ha trovato una spiegazione
a questa connettività atipica nelle sinapsi, i collegamenti fisici
attraverso le quali le cellule del cervello comunicano tra loro.
Un’interessante caratteristica dello sviluppo del cervello è che il
numero di sinapsi diminuisce con l’aumentare dell’età. I bambini più
piccoli hanno più sinapsi rispetto a ragazzi e adolescenti e le sinapsi
“extra” sono destinate a perdersi con il passare degli anni.

Il lavoro di Tang e Sulzer mostra come
nell’autismo il numero di sinapsi sia conforme alla media alla nascita
ma non riesca a diminuire con il passare degli anni, come avviene alle
persone con sviluppo tipico, ciò comporta che gli adolescenti con
disturbo dello spettro autistico hanno un numero maggiore di sinapsi
rispetto ai coetanei a sviluppo tipico.
I Dr. Tang e Sulzer hanno inoltre svolto
delle ricerca su un particolare tipo di topo, considerato un modello di
ricerca per l’autismo, il quale presenta una mutazione nel gene per la
sclerosi tubercolosa e presenta un numero eccessivo di sinapsi. I
ricercatori hanno trattato questi particolari topi con un farmaco
(Rapamycin) che ha reso possibile la diminuzione del numero di sinapsi e
un miglioramento nel comportamento sociale.

Anche se non è
ancora chiaro se l’eccessivo numero di sinapsi sia un problema per un
grande numero di persone con disturbo dello spettro autistico o sia
limitato a poche persone, gli scienziati però possono ora condurre
altri studi e ricerche per individuare nuovi farmaci più sicuri che
possano aiutare a ripristinarne il normale numero. Importante è
considerare che se un farmaco può normalizzare il numero di sinapsi e il
comportamento sociale nei topi non è altrettanto certo che abbia la
stessa efficacia con le persone con disturbo dello spettro autistico.
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