“Una scuola sensibile alle differenze
ed alle difficoltà deve essere in grado di cogliere tutte le problematiche, sia
che abbiano un nome certo ed un’etichetta diagnostica sia che rappresentino
piccole e speriamo transitorie difficoltà nel funzionamento evolutivo e
apprenditivo. Non devono esistere alunni con bisogni di serie A, riconosciuti e
classificabili nei sistemi internazionali e protetti dalla legislazione, e
alunni con bisogni di serie B, non classificabili con alcun sistema
eziopatologico e di conseguenza non riconosciuti, ad esempio alunni con gravi
difficoltà familiari, storie e culture diverse, comportamenti problematici,
ecc. naturalmente questo non vuol dire etichettare tutti, ma ospitare tutti, se
necessario, nell’ambito dei BES (Bisogni Educativi Speciali)… con il
conseguente diritto di risposte di tipo inclusivo”
D. Ianes, Bisogni educativi speciali e
inclusione, Erickson, 2005