Arriva il primo programma tv presentato da una persona con sindrome di Down
Pablo Pineda condurrà sul secondo canale della televisione pubblica spagnola “Piensa en Positivo” un settimanale sull’integrazione lavorativa delle persone con disabilità. Primo Down laureato nel suo paese, è stato anche attore
11 settembre 2013
MADRID - Un programma settimanale per promuovere
l’integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità
condotto, per la prima volta, da un presentatore con Sindrome di Down. È
la nuova scommessa televisiva de La2, il secondo canale delle televisione pubblica spagnola. Il programma si chiama “Piensa en Positivo” (Pensa in positivo) e, secondo le anticipazioni pubblicate da Vertele,
sito di informazione specializzata sul mondo della tv, prevede 12
trasmissioni da 30 minuti, in ciascuna delle quali si racconteranno tre
storie di integrazione e superamento dello svantaggio. “Le telecamere
seguiranno i protagonisti in una loro giornata tipo, e mostreranno le
loro attività abituali nel lavoro insieme a dettagli della loro vita
personale”, rivela Vertele.
Il presentatore è Pablo Pineda, malagheno di 34 anni, famoso in Spagna per essere stato il primo laureato con sindrome di Down e per la sua interpretazione nel film Yo También, premiata con la Concha de Plata (la Conchiglia d’Argento) al miglior attore nell’edizione 2009 del festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, la principale kermesse cinematografica di Spagna. Laureato in psicopedagogia, Pineda dà anche conferenze in varie università e centri formativi, in Spagna e all’estero. “Nel programma”, spiega Vertele, “non solo farà da filo conduttore ma parlerà anche dal punto di vista della sua esperienza. E mostrerà ai telespettatori diversi strumenti e oggetti che si sono introdotti per facilitare l’integrazione nel lavoro: dalle sale sensoriali a quelle con pittogrammi per autisti”. “Piensa en Positivo” dovrebbe andare in onda ogni sabato mattina a partire dal 21 settembre, secondo l’agenzia Servimedia. “È molto importante che ci sia un programma come questo che scommetta sull’integrazione nel mondo sociale e lavorativo delle persone con disabilità, soprattutto con la crisi attuale”, ha dichiarato il presentatore.
Pineda è un simbolo dell’integrazione. Quando nel 2009 fu invitato a dare una lezione all’Università di Cordova dichiarò: “Ovvio che mi piacerebbe insegnare. Per questo ho studiato magistero e per questo mi mancano quattro esami per finire psicopedagogia. Però so che se finisco a fare il maestro sarà brutale per la società. Le famiglie continuano ad aver paura delle persone con Down, paura che diventino maestri, paura che diventino il fidanzato o la fidanzata dei loro figli”. E aggiunse: “Sono stanco di essere l’eterno alunno l’eterno bambino, ora tocca a me dar classe”. (mp)
Il presentatore è Pablo Pineda, malagheno di 34 anni, famoso in Spagna per essere stato il primo laureato con sindrome di Down e per la sua interpretazione nel film Yo También, premiata con la Concha de Plata (la Conchiglia d’Argento) al miglior attore nell’edizione 2009 del festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, la principale kermesse cinematografica di Spagna. Laureato in psicopedagogia, Pineda dà anche conferenze in varie università e centri formativi, in Spagna e all’estero. “Nel programma”, spiega Vertele, “non solo farà da filo conduttore ma parlerà anche dal punto di vista della sua esperienza. E mostrerà ai telespettatori diversi strumenti e oggetti che si sono introdotti per facilitare l’integrazione nel lavoro: dalle sale sensoriali a quelle con pittogrammi per autisti”. “Piensa en Positivo” dovrebbe andare in onda ogni sabato mattina a partire dal 21 settembre, secondo l’agenzia Servimedia. “È molto importante che ci sia un programma come questo che scommetta sull’integrazione nel mondo sociale e lavorativo delle persone con disabilità, soprattutto con la crisi attuale”, ha dichiarato il presentatore.
Pineda è un simbolo dell’integrazione. Quando nel 2009 fu invitato a dare una lezione all’Università di Cordova dichiarò: “Ovvio che mi piacerebbe insegnare. Per questo ho studiato magistero e per questo mi mancano quattro esami per finire psicopedagogia. Però so che se finisco a fare il maestro sarà brutale per la società. Le famiglie continuano ad aver paura delle persone con Down, paura che diventino maestri, paura che diventino il fidanzato o la fidanzata dei loro figli”. E aggiunse: “Sono stanco di essere l’eterno alunno l’eterno bambino, ora tocca a me dar classe”. (mp)
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