domenica 16 settembre 2012

La sindrome di down e il Metodo Feuerstein

Bellissimo video che racconta la storia di una famiglia con una bimba con la sindrome di down e la lora esperienza con il metodo feuerstein. 



Per ulteriori informazioni riguardo il metodo feuerstein e le possibili applicazioni potete inviarmi una mail a marialuisa.boninelli@unive.it

sabato 15 settembre 2012

La Pedagogia della modificabilità cognitiva del Feuerstein


L’Essere umano  è un’entità modificabile. Ciò è stato dimostrato scientificamente. Le neuroscienze ,  infatti, hanno chiarito che il cervello è duttile e flessibile e che si possono creare nuovi percorsi, nuove sinapsi e nuovi agenti conduttori neurochimici. Il cervello cambia, sia il numero di neuroni che il numero e la forma delle loro interconnessioni. Il cambiamento dipende dagli stimoli che provengono dall'ambiente, compreso lo stesso cervello.  “L'architettura del nostro cervello (distribuita, parallela e ad alta ridondanza) rivela che esso non è stato progettato a tavolino da un creatore intelligente, ma è nato mediante un processo evolutivo di aggiunta incrementale e graduale di piccoli elementi.L'evoluzione assembla i cervelli in modo incrementale, combinando automi stupidi; la macchina risultante diviene sempre più intelligente, fino a saper effettuare ragionamenti e risolvere problemi complessi come quelli che risolviamo quotidianamente. Ma l'intelligenza non risiede nei singoli automi, bensì nel modo in cui essi sono disposti (connessi), che è dato dalla selezione naturale. “ (Steven Pinker). Il cervello non è statico, ma dinamico. Il cervello nel tempo cambia sia nel numero dei suoi neuroni che nella forma delle connessioni neuronali di cui è fatto. Il cambiamento dipende dagli stimoli che provengono dall’ambiente compreso lo stesso cervello.Ogni individuo, di qualsiasi età e di qualsiasi condizione fisica e mentale, può migliorare le sue condizioni di partenza attraverso l’esperienza di apprendimento mediato (EAM). La mediazione è l’azione che svolge (l’educatore, l’insegnante, il genitore, l’adulto ecc.) nei confronti del mediato (alunno, figlio, minore ecc.).
Feuerstein, pur considerando l’apprendimento un processo di interazione continua, stimolo-organismo-risposta, introduce allo schema cognitivista (stimolo-organismo-risposta) un altro elemento Il soggetto mediatore, che posto tra lo stimolo e l’organismo e tra l’organismo e la risposta, è in grado di modulare e di orientare la stessa attività cognitiva dell’individuo. Ciò, definito come Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM) rappresenta la risposta dell’organismo nel processo di adattamento all’ambiente.
La mediazione è una caratteristica specifica dell’essere umano  e si realizza nel momento in cui interagiscono due persone “La conseguenza della presenza del mediatore è il fatto che l’organismo viene reso capace di incorporare nel suo repertorio di comportamenti una grande varietà  di orientamenti e metodi che si consolidano in strategie di apprendimento, e costituiscono i prerequisiti per operazioni mentali di più alto livello.
Nel processo di apprendimento è determinante l'esperienza di mediazione che un soggetto riesce a vivere entrando in contatto con la realtà in cui si trova. In questo caso, non è importante un particolare contenuto di conoscenza (in quanto “oggetto” trasferibile e immagazzinabile nella struttura mentale di un individuo), ma "come" quel particolare contenuto di conoscenza può venire generalmente inglobato nella sua struttura cognitiva. Nel "come", in altre parole, risiede tutto il valore aggiunto di un’esperienza di apprendimento, proprio perché attribuisce centralità al processo di mediazione che si instaura tra chi apprende e chi aiuta ad apprendere.
L’esperienza di apprendimento mediato si attua tutte le volte in cui si creano le condizioni di costituzione di un gruppo (che può essere spontaneo o formale, grande o piccolo, fatto anche da due sole persone) nel quale si realizza una specifica interazione di mediazione tra i componenti.
In questa condizione, il fenomeno della "mediazione" è rappresentabile come un contesto dinamico in cui un soggetto cognitivamente adulto (genitore, educatore, fratello maggiore, amico o altro), può prevedere, analizzare, coprogettare ed organizzare tutte le dinamiche necessarie per facilitare un processo di educazione cognitiva di un altro soggetto
La funzione dello "Human Mediator" è quella di garantire che tutte le informazioni che giungono al soggetto siano facilmente trattabili, diventino cioè più facilmente materiale di conoscenza e comprensione grazie all’attivazione di schemi elaborativi di natura organizzativa ed interpretativa efficace (Feuerstein ed altri, 1980).
La mediazione ha dei criteri che sono norme di comportamento pensate , progettate e realizzate per stimolare e produrre modificabilità cognitiva, affettiva e relazionale in un individuo. I primi tre hanno una valenza universale, mentre gli altri  dieci si riferiscono a situazioni e circostanze specifiche.
I primi tre parametri della mediazione (intenzionalità/reciprocità, trascendenza e mediazione di significato) sono considerati attributi universali,
1)        intenzionalità/reciprocità: Nel rapporto tra mediatore (genitore, insegnante, educatore, adulto)  e mediato (figlio, alunno, educando, minore)  c’è sempre un contenuto e un criterio di mediazione intenzionalmente scelto  e selezionato  dal mediatore, per quel determinato mediato   capace di promuovere un processo di cambiamento  nella struttura intellettiva del mediato.
2)        La mediazione della trascendenza: Il soggetto che apprende non deve apprendere  per il qui ed ora,  La dimensione della trascendenza  va oltre il diretto contatto con l’immediato. “ E’ la direzionalità dell’interazione ma deve andare oltre il contenuto  immediato  che ha appreso e fa più ampia e un significato più profondo capire a chi riceve la mediazione che ciò di cui si sta facendo esperienza ha una prospettiva “.
3)        La mediazione di significato:  La mediazione del significato è correlato con la dimensione affettivo/energetica della mediazione in quanto risponde a domande come,  perché, per che cosa.
Il significato, una volta interiorizzato e incorporato, crea il bisogno di ulteriori interazioni che diventano la base per una modalità indipendente di funzionamento e di presa di decisioni. Se l’EAM può essere considerata una imposizione, in realtà il significato non va imposto nella misura in cui il mediato può non conformarsi  al significato dato dal mediatore, in questo senso diventa orientamento.

Gli altri dieci si riferiscono a situazioni e circostanze specifiche
1)       Mediazione del senso di competenza
Questa mediazione poggia su due esigenze in un certo senso diverse: la prima è quella di creare per l’allievo  situazioni in cui si possa fare esperienza della propria competenza e in cui questa competenza  possa essere interpretata, compresa, accettata ed elaborata; la seconda è quella di aiutare l’allievo  ad apprezzare e a potenziare quelle aree in cui possiede già delle competenze ma che non sono ancora sufficientemente parte del suo concetto di sé. Altro aspetto che va tenuto presente dal mediatore è la relazione tra padronanza e competenza.
2)       Mediazione della regolazione e del controllo del comportamento
Questa mediazione implica due aspetti: l’inibizione dei comportamenti non desiderati, disfunzionali e di distrazioni  e l’attivazione di comportamenti che sono bloccati o presenti in misura insufficiente nel repertorio  di chi apprende. Detta mediazione favorisce la duttilità e la flessibilità.
La regolazione e il controllo del comportamento  sono veramente mediativi quando il mediatore aiuto il mediato a comprendere il significato dell’inibizione  e dell’impulsività di una risposta, ed estende questo significato agli obiettivi trascendenti dell’interazione.
3)       Mediazione del comportamento di condivisione
Il comportamento di condivisione  riflette la necessità e l’importanza di partecipare insieme ad altri e di accettare la partecipazione di altri. Ciò rappresenta una determinante fondamentale per la strutturazione  dell’io  e dell’idea di sé.
Il mediatore ha il compito di incoraggiare l’individuo a condividere con gli altri al fine  di esplicitare le proprie esperienze interne, ciò facilita il collegamento con gli obiettivi trascendenti e intenzionali dell’EAM.
4)       Mediazione dell’individualizzazione e della differenziazione psicologica
Ogni individuo ha la necessità di sviluppare un sé articolato e differenziato. Ciò sottolinea la legittimità e il valore delle differenze individuali. Il mediatore deve utilizzare le esperienze dell’individuo mediato per trasmettere e rinforzare la rilevanza ineguagliabile e funzionale delle capacità, degli stili di reazione e delle percezioni del mondo della persona.
5)       Mediazione della ricerca, scelta, conseguimento e comportamento  di monitoraggio di un obiettivo
Ogni persona ha bisogno di costruire degli obiettivi verso cui tendere e agire per il loro raggiungimento ciò significa andare oltre un’esperienza sensoriale e diretta immediata. La mediazione della ricerca e della selezione degli obiettivi arricchisce e organizza la vita dell’allievo. La ricerca è legata alla cultura mentre la selezione è influenzata da una serie di processi  cognitivi. Il mediatore deve saper individuare e selezionare gli obiettivi adeguati all’individuo.
6)       Mediazione della difficoltà della prova: la ricerca della novità e della complessità
Portare l’allievo a contatto con esperienze nuove, potenzialmente difficili e non familiari è un obiettivo imprescindibile del sistema educativo. Il mediatore deve valutare le potenzialità insite in una situazione mettendone in luce le difficoltà oppure deve creare delle esperienze in cui la novità e la complessità possono ricevere una risposta competente. Il mediatore deve aiutare l’allievo a valutare il tipo di rischio implicato nell’incontro con ciò che è nuovo, non familiare ed essere consapevole che se all’allievo non viene fornita un’esperienza positiva nella gestione delle difficoltà, potrebbe in seguito finire per sperimentare molto poco.
7)       Mediazione della consapevolezza della modificabilità dell’essere umano
Il cambiamento deve essere considerato come un processo di crescita  risultante  dalla forte relazione  dell’individuo  con le sue radici e non come un tentativo di instillare  degli elementi.
L’EAM deve procedere sempre  con l’obiettivo di integrare qualsiasi nuovo elemento  nella personalità, in modo che l’individuo avverta  i cambiamenti come  simultanei e indicativi di un processo di crescita.
8)       Mediazione della ricerca di un’alternativa ottimistica
Questo parametro è strettamente correlato  alla mediazione del potenziale di cambiamento e si riferisce alle componenti affettive, e motivazionali del comportamento.
L’approccio ottimista deve entrare in gioco quando l’individuo  si trova a dover scegliere tra l’anticipazione di conseguenze positive o negative di un dato comportamento. La ricerca di un’alternativa ottimista spinge il discente a interagire con il mondo in modo positivo e costruttivo.
9)       Mediazione del sentimento di appartenenza
Nella società odierna le persone vivono in modo estremo l’isolamento, ciò influenza la disponibilità ad essere legati alla comunità in senso più ampio e agisce proprio per quegli aspetti  della personalità che vengono valorizzati dall’appartenenza alla comunità. LEAM grazie alla natura fortemente interattiva può contribuire alla risoluzione di questa caratteristica potenzialmente non funzionale della cultura moderna.
10)    Mediazione della consapevolezza
Prendere coscienza di aver bisogno della mediazione rappresenta un coinvolgimento di tipo meta cognitivo nel processo della mediazione. Il mediatore può utilizzare questo parametro per valutare se la mediazione ha avuto luogo e per determinare il grado in cui è stata assimilata dal discente

scritto da: Salvatore Pappalardo Applicatore Metodo Feuerstein Direttore del Irsmef ente convenzionato con il Centro Interateneo per la Ricerca didattica e la formazione Avanzata Università Cà Foscari di Venezia. 
L' Irsmef a Catania lavora sul recupero e potenziamento cognitivo dei bambini e ragazzi utilizzando il Metodo Feuerstein e la Pedagogia della Mediazione. 
Per informazioni www.irsmef.it 
 

venerdì 14 settembre 2012

Il primo giorno di scuola che vorrei.

 In occasione di questa prima settimana di scuola che si è appena conclusa,
allego questo bellissimo video sul primo di scuola




giovedì 13 settembre 2012

La disabilità non è un limite: Elena, la nostra insegnante di danza con la Sindrome di Down

Mi chiamo Elena. Insegno danza contemporanea… e ho la sindrome di Down

Quando Salvatore Lagati ci ha chiesto chi volesse partecipare al corso di danza contemporanea, ho provato un fremito, ma ho abbassato lo sguardo, perchè non trovo giusto limitare le emozioni di nessuno, specie quelle di mio marito. Ma Giovanni mi conosce bene, mi ha accarezzato il braccio e mi ha detto
“vai tu, io mi rilasso con i bambini… e poi lo so che non stai più nella pelle!”
Oh sì Giova, non sto più nella pelle, non riesco a staccare gli occhi da questa ragazza così bella, dai lineamenti così delicati, una diciannovenne come tante se non fosse nata con un cromosoma in più. Sua madre Cristina ha creduto in lei, nelle sue abilità, non l’ha etichettata o limitata, ma le ha dato la possibilità di essere ciò che voleva. E forse proprio perchè mi piace credere che certi incontri nella vita non sono casuali, lei ha conosciuto un insegnante altrettanto speciale, Sabrina, che non solo le ha spiegato come far uscire le proprie emozioni grazie alla danza, ma l’ha spronata a seguire un cammino che l’ha portata a noi oggi…
Lei è Elena, ed è la nostra insegnante di danza per i prossimi 5 giorni. Alla fine dei quali presenteremo uno spettacolo. Di cui lei è la protagonista e noi semplici comparse.
La guardo incantata… vedo movimenti che dovrebbero essere goffi, lenti ed impacciati a causa della sindrome di Down, ma invece sono morbidi ed armoniosi. Le sue mani si muovono così delicatamente, quasi fossero farfalle leggere che accompagnano le movenze del corpo.
   
Ogni pomeriggio ci troviamo alle 17.00 per la lezione, 12 persone diverse tra loro, con 46 o 47 cromosomi, curiose di sapere cosa c’è dietro alla danza contemporanea e a questa speciale ragazza che riesce a seguire in maniera precisa una scaletta (io l’ho appesa al muro per ricordarmi la successione degli esercizi). Elena, nei momenti di indecisione, lancia uno sguardo alla sua insegnante, oramai amica, e quello sguardo le basta. Anche perchè Sabrina suggerisce, porta alla risposta senza essere lei a darla, insegna a distanza, quasi in sordina, ma con un sorriso che davvero parla.
Durante le nostre lezioni vinciamo l’imbarazzo di ballare soli davanti a tutti, ci scateniamo muovendo solo parti ben distinte del nostro corpo, giochiamo con la fiducia, gli uni negli altri, mani nelle mani e ad occhi chiusi. Ci massaggiamo e coccoliamo, impariamo a capire e a cercare di controllare alcune stereotipie, a rispettare i tempi di ognuno, a non sostituirci a chi reputiamo meno immediato, a decidere se vogliamo esserci o meno. Siamo in sintonia… ormai siamo dentro.
E al momento dello spettacolo “E così si ballerà al mare”, quando parte la musica fatta di suoni e percussioni, noi entriamo nella stanza correndo, rimbalzando contro i muri per poi ritrovarci a roteare e finire in un abbraccio reciproco
balliamo a scatti, prima la testa, poi le spalle, le braccia, le gambe… e quando balliamo con tutto il corpo le nostre risate ballano con noi, quasi volessero uscire loro stesse in maniera tanto spontanea ed incontrollata


ci lasciamo guidare dal nostro compagno, senza vedere dove ci porta, accarezzando l’aria davanti a noi e percependo l’energia che ci arriva ogni volta che sfioriamo qualcuno, come se la nostra pelle diventasse i nostri occhi
e durante l’esercizio della marionetta, quando Umberto si abbandona perchè io lo guidi nei movimenti, ad occhi chiusi, fidandosi di me, riprovo l’emozione sentita durante le prove, che mi aveva tanto commosso, e lascio scendere una lacrima unita ad un sorriso di pura gioia
e seguiamo il dito che abbiamo davanti, ipnotizzati, leggeri ma allo stesso tempo pesanti, fino a non poter più tenere gli occhi aperti
Ecco, finito.
Non ho mai fatto spettacoli prima d’ora e mi immagino che alla fine ci si senta sollevati, felici di aver concluso e con meno ansia rispetto all’inizio di esso.
Ma non è il caso dello spettacolo di Elena.

L’abbraccio speciale tra Giulia ed Elena… l’espressione di Giulia mi fa sussultare il cuore… Qui l’emozione si è ingrandita, moltiplicata all’ennesima potenza
ti pervade e pare voglia uscire per non implodere dentro di te, incanalandosi nell’unico posto disponibile ad ospitarla…
… il cuore
Grazie Elena per il dono prezioso che mi hai fatto, ha lasciato una traccia indelebile in me, e ha contribuito ad aggiungere un altro tassello che compone la mia nuova immagine di persona con sindrome di Down.
E di sicuro ha il tuo dolce sorriso.

tratti da www.guardaconilcuore.org

lunedì 10 settembre 2012

Notizie dal Feuerstein Institue: with help from our friends

The UJA Federation of New York Partners with the Feuerstein Institute 


The Feuerstein Institute is proud to acknowledge our newest project with a senior partner in education; the UJA Federation of New York. Following the success of the first class of our Ethiopian Israelis enrolled at Hebrew University sponsored by the Harvey and Gloria Kaylie Foundation, the UJA Federation of New York has pledged to sponsor a second class of students.

The Feuerstein Institute's University Program began three years ago. The program's goal is to make available to Ethiopian immigrants and other children from disadvantaged backgrounds a first rate education at a top Israeli university, that would not have been otherwise available to them.

For a millennium, the Ethiopian culture has been based on an oral tradition. Therefore Ethiopian youths have a significant disadvantage in the traditional psychometric tests administered by the universities and consistently under perform in them. Their low scores make them ineligible for admission to the better universities. Professor Feuerstein, who throughout his career staunchly argued that traditional IQ tests are not an adequate measure of intelligence, proposed an alternative. He requested that instead of these universities using the students' psychometric scores as a basis of admission, to accept them based on LPAD testing. Bar Ilan University was the first to agree to try out a class of such students; this fall, the third class matriculate. A year later, Hebrew University agreed as well, and now the UJA Federation of New York will sponsor this fall's incoming class, who will begin the first year of their three year coursework.

We are proud to report that through our program, Ethiopian students have been placed in a wide variety of university departments, including (among several others); Medicine, Law, Electrical Engineering and Computer Science. 

Due to the success of this program, Ben Gurion University in Be'er Sheva has announced that they will take part in this ground breaking program as well, and plan to roll the program out as of the 2013/4 academic year.

Notizie dal Feuerstein Institute: Studio di caso

n the words of Limor, Noah's mother "When Noam and I first met Rav Rafi in Melbourne, I was desperate. Noam was an angry little boy, nearly nonverbal, with behavior that was getting worse by the day."

Noam, a young child with Down syndrome, came to the Feuerstein Institute a little over a year ago. When he arrived, his mother was frantic for help. Her son, frustrated by his lack of ability to communicate, was angry and aggressively acting out. He struggled in the nursery program in which he was enrolled. His parents were told to send him to special school, a prospect which they dreaded, and brought them great sadness as well despair. Fortunately, they met Rabbi Rafi Feuerstein and learned about the Feuerstein Institute. He told them that they would be able to help Noam if he came to Jerusalem for intensive assessment and treatment. While Limor was nervous at the prospect of leaving behind her husband and two other children, as well as her job for six weeks, she was amazed at the generosity of her family, friends, colleagues and community. With their support, she was able to bring Noam to Jerusalem for the six weeks of therapy that he needed.

Limor was amazed to see changes in her son right away. In her own words, "Hana Nakav and her staff showed me a Noam I never knew existed. They gave me hope when I honestly had no more left. During his time at the Institute, Noam 'woke-up,' and began to see the world around him. More importantly I began to show him the world. I was and am still amazed at how the Feuerstein techniques could change a child in six short weeks." For Limor and her family, Noam's trip to Israel turned out to be a truly life changing experience.

Noam continues to progress. Limor recently sent to the staff the following letter, marking Noam's progress one year later.

"Dear Feuerstein Institute Staff,
Last week marked the beginning of the school year here in Australia. Noam turned six in November, which is the age most children start school. Noam started school - Noam started a mainstream school!!! My dreams have come true and Naish and I are so proud to announce that Noam will be in a mainstream school with the support of an aide!

We would like to thank you all for your work with Noam and I while we were in Israel, and would like you to know that without you, I know we would not have come this far! Noam is thriving; he is talking more, understanding more and is growing into an amazing young boy who continues to inspire us, his family and everyone who meets him.

With love,

Limor, Naish and NOAM!!!"

Notizie dal Feuerstein Institute: Oh what a night

April 17, 2012, was a night to remember, as friends, family and admirers of Professor Reuven Feuerstein gathered at the King David Hotel in Jerusalem to celebrate the Professor's 90th birthday. It was an exciting and unforgettable evening, filled with emotional moments and inspiring and moving speeches given by friends and supporters of the Professor. The evening also served as the kick-off of the campaign for the establishment of the Feuerstein Institute International Campus.

The evening, sponsored by Feuerstein Heritage Foundation chairman, Claude Bassou, and by Mrs. Zehava Adiri, began with the very first meeting of the Feuerstein Institute's International Board of Governors. The Board consists of an illustrious group of academic and public figures, and is the main body to advance the activities of the Feuerstein Institute.

Immediately following, guests gathered for cocktails, where many old friends of the Feuerstein Institute from all over the world mingled, reacquainted, shared a few quick words and well wishes with the Professor and signed the beautiful Campus Charter designed by artist Ya'akov Boussidan.

The Professor was honored and toasted by many notable guests; among them Claude Bassou, Sheikh Jabari of Hebron and Rabbi I.M. Lau, Chief Rabbi of Tel Aviv. Chief Rabbi Lau recalled for the audience a conversation he had with Teddy Kollek, former mayor of Jerusalem, twenty years prior at the Institute's inauguration. Chief Rabbi Lau had said; "Reuven is seventy years old, why is he starting all these new projects?" To which Teddy Kollek answered; "You will see - not only is Reuven going to start these projects, he will accomplish them and start new ones as well." Sure enough, Professor Feuerstein has, and Chief Rabbi Lau finished his speech by saying; "Today, Reuven (acts and thinks) younger than me. He has many more dreams. He is going to accomplish them."

Nir Barkat, mayor of Jerusalem, rounded out the roster of speakers. He addressed those assembled not only as a mayor and a friend of the Feuerstein family, but as a parent. He discussed how strongly he believes in the Feuerstein method, and how important the goal of integration is. He stated that his connection to the Feuerstein Institute has strongly influenced the way he views learning and education policies.

At the conclusion of the speeches, Rabbi Rafi Feuerstein called up the Institute's leadership, and had each of them hand Professor Feuerstein a rose, symbolizing that they stand strong together. This was followed by musical performances by noted Israeli performer Shuli Rand, Professor Feuerstein's nephew, and musician Boaz Sharabi.

The evening concluded with all of the Professor's grandchildren performing a play for their grandfather. Elchanan, the Professor's 22 year old grandson who has Down Syndrome, had forgotten his script and improvised his line, closing with, "Saba (Grandfather), for all these years you took care of me. Now, I will take care of you."

The evening was truly a fitting celebration of the man through the recognition and appreciation of his life's work.

Notizie dal Feuerstein Institute: Summer à Paris

33rd Annual International Summer Workshop in Paris 

This summer the Feuerstein Institute held its 33rd International Summer Workshop in the City of Lights - Paris, France. This annual two week intensive seminar offers professionals an opportunity to learn the Feuerstein approach from the leading professionals in the method. There were over 230 participants from 29 countries, including Korea, Australia, Guatemala and the Faroe Islands. Participants this year got an extra special treat; this summer's seminar was hosted by Professor Reuven Feuerstein himself, for the first time in over five years!

"I cannot believe he came," gushed one enthusiastic participant from the Chinese delegation. "This is my fourth time attending Shoresh, and I always learn so much to bring back to my classroom. To actually get to hear the Professor speak in person... wow. It's incredible!"

The Professor, who celebrated his ninetieth birthday this year, led a number of the larger panels. Among them were the opening plenary, and an all day conference in honor of his birthday which focused primarily on the newest projects and innovations of the Feuerstein Institute. However, most participants agree that they will likely never forget actually getting to see Professor Feuerstein conduct LPAD assessments in person. Every distinctively encouraging "Bravo!" Professor Feuerstein gave the young children he was working with was met with thunderous applause.

It was not only conference participants who were thrilled at a chance to meet and spend time with the Professor. The Israeli Ambassador to France, Yossi Gal, hosted a dinner sponsored by the Feuerstein Heritage Foundation in his beautiful home in central Paris and addressed Professor Feuerstein with some very personal remarks. The dinner, which honored the Professor's achievements, was attended by friends, supporters and fellow academics.

The Professor also was invited to a scientific colloquium at the French Senate, co-organized by the OSE (L'Oeuvre de secours aux enfants) and the Feuerstein Heritage Foundation. The colloquium was attended by prestigious people from the areas of Medicine, Philosophy, Culture and Public Service and featured panel discussions on the Feuerstein Method and its application in the educational system. Testimonies were also given by children and parents who had been treated by the Feuerstein Institute.
    
At the end of the very full two weeks, the 33rd International Summer Workshop participants went home enlightened, energized about the new tools they've acquired, and exhausted from the non-stop sessions and special activities. Congratulations to all our newly certified practitioners.
 We look forward to seeing you at the 34th Workshop!

lunedì 3 settembre 2012

Cagliari, ultimi giorni per potersi iscrivere al corso

L'attività di formazione è organizzata dal Centro per lo sviluppo delle abilità cognitive e la Dr.ssa M.Luisa Boninelli Formatore Associato al Feuerstein Institute di Gerusalemme.

Il corso si articolerà nelle seguenti date:
Date incontri di Formazione:
28-29-30 Settembre
26-27-28 Ottobre
29-30- Novembre e 1 Dicembre

ORARIO
Venerdì 14,30 / 18,30
Sabato 09,00 / 13,00 - 14,00 / 18,00
Domenica 09,00 / 12,00
L’iscrizione si effettua compilando l’apposita scheda, seguendo le disposizioni e gli  adempimenti contenuti, e sarà ritenuta valida al versamento dell’acconto.
 
SEDE DEL CORSO
Centro Down Onlus
Via Monte Sabotino 7 - 09122 CAGLIARI
Tel./fax 070/271919 - 0707274340

PROGRAMMA
Parte teorica
La teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale
L’Esperienza di Apprendimento Mediato
L’eziologia del funzionamento cognitivo carente
Il ruolo della mediazione nel processo di apprendimento
Le funzioni cognitive carenti
Obiettivi e sottobiettivi del P.A.S.
La carta cognitiva

ANALISI DEGLI STRUMENTI
Organizzazione di Punti
Orientamento Spaziale 1°
Confronti
Percezione Analitica
Immagini
Indicazioni operative


D E S T I N ATA R I D E L COR SO
La formazione è rivolta in particolare a quanti
operano in attività psicopedagogiche, sociali,
formative ed educative nell’ambito della scuola e
della sanità (insegnanti, operatori sociali, logopedisti,
psicologi, formatori ecc.).

Il corso è riconosciuto dal Feuerstein Institute di Gerusalemme.

DOC E N T I
Il Corso sarà tenuto da:
Dr.ssa Maria Luisa Boninelli Formatore Senior
associato al Feuerstein Institute di Gerusalemme
Dr.ssa Sabrina Muscas Formatore Junior Centro
per lo Sviluppo delle abilità Cognitive Coop.Soc.
Formatori diplomati e riconosciuti dal Feuerstein
Institute di Gerusalemme.

COSTO
Euro 420.00 compresa IVA.
Ai corsisti verranno forniti gli strumenti P.A.S. e materiale didattico di supporto teorico.
A conclusione del percorso formativo verrà rilasciato un regolare attestato prodotto dal Feuerstein Institute di Gerusalemme per l’applicazione del P.A.S. nei propri ambiti lavorativi. ottemperado
TERMINE ISCRIZIONE E NUMERO PARTECIPANTI
Entro e non oltre il 16 Settembre 2012
Numero massimo dei partecipanti: 25

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI E PER POTER RICHIEDERE LA SCHEDA DI ISCRIZIONE POTETE CONTATTARE I SEGUENTI INDIRIZZI:
Ce.D.
Centro Down Onlus
Via Monte Sabotino 7
09122 CAGLIARI
Tel./fax 070/271919 0707274340
www.centrodown.it
info_corsifeuerstein@virgilio.it
segreteria@centrodown.it