domenica 25 aprile 2010

Corso di formazione " La nuova Diagnosi Funzionale Educativa" seconda parte

Gentilissimi
ho il piacere di comunicarvi che Venerdì 23 Aprile terrò la seconda parte del corso di formazione su " La Nuova Diagnosi Funzionale Educativa, secondo il Modello ICF" presso l'Istituto Comprensivo di Minerbe dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
La nuova Diagnosi funzionale educativa secondo il modello ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della salute, OMS, 2002) si lega direttamente ai processi di integrazione scolastica, di apprendimento e socializzazione, non esprimendosi solo in termini tecnico-sanitari. Essa cerca di attivare collaborazioni a più largo raggio, coinvolgendo direttamente gli insegnanti (curricolari, di sostegno e le varie figure educative che interagiscono con l’allievo) e la famiglia, anche attraverso l’uso di strumenti specifici, naturalmente nel rispetto delle prerogative professionali dei diversi operatori. Durante questo secondo incontro gli insegnanti avranno modo di sperimentare la Check List ICF che rappresenta uno strumento pratico per registrare ed evidenziare informazioni sul funzionamento, sulla disabilità e sull'ambiente di una persona.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarmi al seguente indirizzo mail: m.boninelli@unive.it

Articolo pubblicato su Haaretz newspaper il 8/4/2010: "Un sorprendente operatore di cambiamento"


Carissimi 
sul quotidiano israeliano "Haaretz" , è stato pubblicato un articolo scritto da Efrat Neuman sul Metodo Feuerstein. La Dr.ssa Neuman mi autorizza nella traduzione e nella pubblicazione di questo articolo e pertanto la ringrazio per l'opportunità.
Di seguito inserisco nel blog alcune parti dell'intervista fatta al Prof.re Feuerstein tradotta, dalla sottoscritta, in lingua italiana. 
Fino ad un anno e mezzo fa, Daniele era un ragazzo adolescente. Ha vissuto una piacevole e ordinaria vita con un amabile famiglia in Francia. Ma un giorno, mentre stava nuotando in una piscina, Daniele ha avuto un arresto cardiaco, e durante i minuti trascorsi prima che venisse soccorso, il suo cervello rimase privo di ossigeno. Cadde in un coma profondo e dopo due settimane, i dottori dichiararono che non esisteva alcuna possibilità di riprendere conoscenza”. Daniele riprese conoscenza, ma non poteva parlare le sue funzionalità erano compromesse. 
La sua famiglia cercò tutti i tipi di trattamento in diversi istituti, ma senza successo. 
Uno dei maggiori esperti Francesi sulla anossia, (lo stato in cui organi e tessuti sono privati di ossigeno per qualche tempo) affermò  che le condizioni di salute erano  irreversibili.
La stessa famiglia si era rassegnata dello stato vegetativo del ragazzo per il resto della sua vita, fino a quando non sentirono parlare di metodi unici di trattamento sviluppati da uno psicologo Israeliano dal nome Prof.re Reuven Feuerstein, di Gerusalemme. Poco tempo dopo, giunsero con Daniele al Centro Internazionale per la valorizzazione del Potenziale di apprendimento (Icelp).
Il Centro dispone di 150 psicologi, insegnanti, terapisti e personale di supporto.

Alcuni dei 60 pazienti vivono li per le varie fasi del trattamento riabilitativo. Il centro offre anche servizi di tipo ambulatoriale per le persone, sia bambini che adulti, con disabilità severe, che sono stati portati dalle loro famiglie per delle sedute individuali, a seconda dei loro bisogni. 
Cosi come è accaduto per molti altri pazienti negli ultimi 88 anni di Feuerstein, il suo Programma  ha creato meraviglie con Daniele. Lui ricominciò a parlare di nuovo e oggi è capace di prendersi cura di se stesso e di prepararsi da solo pasti leggeri. [... ].
Al Centro Feuerstein, si vedono diverse tipologie di pazienti che provengono sia da Israele che dall’estero- persone con Autismo o con la Sindrome di Down, persone che hanno avuto un ictus o persone che sono state ferite in un incidente stradale, durante in servizio militare o in un attacco terroristico.  Nonostante il loro grave handicap, seguendo un trattamento intensivo con il Metodo Feuerstein, essi hanno ripreso a funzionare di nuovo ad un determinato livello o ad un altro. Molti sono stati capaci di andare avanti nello studio in scuole normali.
Con il suo berretto e con la barba bianca, di origine rumena, Feuerstein, un professore di Pedagogia (Educazione)  all’Università di Bar-Ital  si muove tra i suoi pazienti, nelle loro varie attività, come un nonno benevolo. Ogni paziente riceve da lui attenzione e incoraggiamento e gli ossequi vengono trasmessi alle loro famiglie. Egli indaga come Menny, che è stato ferito alla testa durante un'azione militare, si stia applicando, aspetta con pazienza fino a quando Anthony - un soldato che è stato ferito in un incidente stradale cinque anni fa e arrivati al centro incapace di parlare- riesce a dire "Buone vacanze!" (Abbiamo visitato l'impianto prima di Pesach).

"Questo è fantastico," dice Feuerstein. "C'è stato un momento in cui ha dovuto usare una tabella con le lettere per la comunicazione. Questo è un miglioramento eccezionale". Allo stesso tempo, racconta di come una persona ben nota in Israele ha lasciato l'ospedale senza poter parlare, leggere o disegnare una linea retta dopo un infarto, e un anno e mezzo più tardi, dopo i trattamenti intensivi  è tornato al lavoro.
"Il nostro metodo presuppone che vi sia una necessità di investire [nel] paziente - di trovare il modo, di sviluppare metodi e programmi che aiuteranno la persona a cambiare se stesso al di là di ciò che la gente pensava che fosse in grado di fare." Feuerstein spiega. "Il metodo convenzionale è molto "statico" sul concetto che una persona è in grado di realizzare soltanto ciò che l'eredità genetica ha reso possibile per lui.
"Io ho sviluppato una visione del mondo che è così diversa dalla psicologia tradizionale, che per decenni  mi ha spesso attaccato.  Le persone  mi chiamavano un sognatore, un ottimista ingiustificato, perché presupponevano  che la mente non poteva essere cambiata e che non aveva alcuna possibilità di produrre nuovi neuroni al posto di quelli che erano stati distrutti”
[... ].
Feuerstein completò il suo dottorato in Psicologia dello Sviluppo nel 1970 presso l’Università della Sorbonne a Parigi. Da allora, ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, come il Premio per le Scienze Sociali, in Israele nel 1992. 
Feuerstein racconta la storia di uno studente yeshiva vittima di traumi alla testa dopo un attacco terroristico. I medici  predissero che se fosse sopravvissuto, sarebbe rimasto un "vegetale", ma oggi  si dà da fare normalmente e sta lavorando nel campo dei computer. Ci mostra con orgoglio un libro di poesie pubblicato da un ragazzo con sindrome di Down, che era al centro, e indica una foto di una ragazza dell’Olanda che aveva subito un grave danno cerebrale, si operò a Gerusalemme e ha trascorso due anni di trattamento all’istituto.
"Da allora, ha completato il liceo e ha studiato all'università, suona cinque strumenti musicali e guida una macchina", dice Feuerstein, aggiungendo che il suo danno cerebrale non le impedisce di fare paracadute a caduta libera. La stessa donna giovane ha anche imparato il suo metodo, aggiunge, "e ha iniziato ad insegnare in varie parti del mondo. Quando ho tenuto una conferenza a Praga, ha insegnato anche lei, accanto a me. 'Questa è stata un’esperienza per me. "
Le due porte del modesto ufficio tappezzato di libri del Prof.re Feuerstein rimangono aperte la maggior parte del tempo, nel caso in cui il suo segretario vuole fargli firmare una lettera, un agente vuole scambiare una parola con lui, o bambini dell’istituto vogliono portargli un regalo.
  Feuerstein ci chiede se vogliamo un caffè e mi accompagna in una caffetteria situata all’ingresso dell’istituto. E’ gestita da Laurent, un uomo di origine francese che è stato ferito nella seconda intifada quando un bullone colpì la sua testa durante un bombardamento. 
“Nessuno credeva che potesse riabilitarsi” dice Feuerstein. “ Le sue condizioni erano talmente gravi, che  quando suo fratello giunse in ospedale, dagli Stati Uniti, non gli fu  permesso di vederlo. Dopo l'infortunio, era quasi incapace di camminare o di parlare e la sua vista era compromessa”. Oggi, Laurent è sposato ed ha un bambino. 
Feuerstein: "Per quattro anni, abbiamo lavorato con lui sul linguaggio, sul  camminare, sulla sua abilità cognitiva. Gli abbiamo costruito una struttura che sarebbe servita come un livello intermedio tra ciò che sta facendo adesso e che cosa farà quando aprirà il ristorante gourmet che vuole avere. Attualmente sta lavorando nella caffetteria quattro o cinque giorni a settimana. Com'è il caffè? Buono, giusto? "
Il presente articolo è suddiviso in diversi paragrafi che verranno man mano tradotti dalla sottoscritta e pubblicati sul blog, non appena possibile. 

giovedì 15 aprile 2010

Progetto bimbi 2 - 7 anni

Carissimi 
il progetto bimbi 2 - 7 anni, nasce dall’esigenza di mettere in pratica sin dai primissimi anni di vita del bambino, quanto appreso dai genitori nei Corsi di Formazione sulla Teoria della Mediazione del Prof. Reuven Feuerstein, e rendere così l’ambiente familiare il primo grande fautore della Modificabilità Cognitiva Strutturale.

Il progetto ha come obiettivo principale quello di aiutare i genitori a rendere speciale il tempo dedicato al gioco insieme al proprio figlio, contribuendo al suo sviluppo cognitivo e alla formazione dei concetti di base, per accompagnarlo nella costruzione della propria autonomia.

Si tratta di un percorso personalizzato “Genitori – Bambino” della durata di sei mesi.
Un’equipe di esperti con diplomi certificati ICELP (International Center for the Enhancement of Learning Potential), composta da un Formatore, una Psicomotricista e una Psicologa, accompagnano la famiglia affinchè diventi protagonista dello sviluppo cognitivo del proprio figlio attraverso il gioco strutturato.

Ai genitori viene chiesto di partecipare insieme al proprio bambino a sei incontri mensili di due ore ciascuno con il Formatore, e a sei incontri di un’ora ciascuno con la Psicomotricista, che propongono attività pratiche da effettuare quotidianamente a casa, pianificando insieme il raggiungimento di obiettivi individualizzati.

Sotto la costante supervisione degli esperti, i genitori imparano a trasformare in gioco cognitivo qualsiasi momento ludico, a riconoscere le funzioni cognitive del proprio figlio e, attraverso l’applicazione dei criteri e delle tecniche di mediazione, a rendere ogni momento della giornata una potenziale fonte di apprendimento.

Una Psicologa fornisce supporto ai genitori con quattro incontri di due ore, ed è punto di riferimento importante per tutta la durata del progetto.

Prerequisito gradito per poter prendere parte a questo progetto è la formazione di almeno uno dei genitori al Primo Livello del Programma di Arricchimento Strumentale Standard o Basic del Metodo Feuerstein. Diversamente è auspicabile la formazione al corso Linee Guida per Genitori.

Le date degli incontri vengono concordate insieme ai genitori dopo una prima valutazione del bambino.
Per ulteriori informazioni vi invito ad inviare una mail alla Dr.ssa Nicoletta Lastella al seguente indirizzo mail csdac@vodafone.it oppure inviarmi una mail al seguente indirizzo m.boninelli@unive.it 

Corso di Formazione: Giochiamo insieme


Rivolto a tutti coloro che si relazionano con i bambini attraverso attività ludiche e principalmente ai genitori che intendono intraprendere il “Progetto Bimbi 2-7 anni”, un percorso formativo per la famiglia sul gioco cognitivo strutturato.
 Il corso è basato sulla teoria dell’Apprendimento Mediato del Prof. Reuven Feuerstein.
OBIETTIVI
  • Fornire le conoscenze minime di base dell’Esperianza di Apprendimento Mediato del Prof. R. Feuerstein a quelle famiglie che intendono intraprendere successivamente  il Progetto Bimbi 2-7 anni, e che non siano già formate al metodo.
  • Insegnare ai genitori a giocare con i propri figli, al fine di trasformare  l’attività ludica in gioco cognitivo strutturato, basato sui criteri di mediazione della Teoria della Mediazione del Prof. R. Feuerstein.
  • Supportare insegnanti di scuola materna ed educatori nelle loro attività didattiche, attraverso proposte concrete di applicazione dei criteri di mediazione alle proposte di gioco.
ARGOMENTI TRATTATI NEL CORSO
  • Storia Reuven Feuerstein
  • Cenni all’LPAD – PAS Standard e Basic
  • Postulati del metodo
  • Modello SHOHR  partendo da Piaget
  • Fattori distali e prossimali
  • Introduzione all’EAM
  • Ambiente attivo modificante/passivo accettante
  • Metacognizione e metaemozione / insight
  • Fluid e Critstallyzed intelligence

  • Figura del mediatore: chi é e come si pone nella sua attività
  • Criteri di mediazione – tecniche di mediazione
  • La natura dell’intervento della mediazione
  • Ulteriori riflessioni sulla mediazione: cosa, come, quando e quanto mediare
  • La distanza mediazionale
  • La focalizzazione della mediazione
  • Cosa rende mediazione ciò che si fa

  • Fasi del pensiero e funzioni cognitive
  • Attività percettive e cognitive primarie
  • I concetti di base
  • Criteri di adattabilità

  • Attuare un piano di mediazione nel gioco
  • Valutare l’efficacia della mediazione nel gioco
  • Esercitazioni pratiche di applicazione dei criteri di mediazione nel gioco: impariamo a fare domande per l’interazione

  • Come applicare la teoria della mediazione al gioco per trasformarlo in gioco cognitivo
  • Dagli obiettivi alla pianificazione del gioco
  • Come utilizzare lo stesso gioco per raggiungere obiettivi diversi, trasformandolo ogni volta in un gioco nuovo
  • Come elevare il livello di un compito utilizzando sia giochi già proposti che novità
  • Dal gioco alla generalizzazione agli esempi
  • Come mettere in relazione giochi diversi ed utilizzarli quali esempi che seguono una generalizzazione
  • Attività pratiche di gruppo con giochi diversi proposti dal formatore
  • Il gioco simbolico
Per sottolineare l’importanza dello sviluppo psicomotorio e lo sviluppo del  linguaggio dei primi anni di vita del bambino, che vanno in parallelo con lo sviluppo cognitivo, durante il corso sono previsti interventi di esperti in Psicomotricità, Logopedia, Audiopsicofonologia (Metodo Tomatis).

Gli esperti forniranno la propria competenza nelle suddette specialità dando indicazioni di base rispetto alle fasi dello sviluppo del bambino, oltre a suggerimenti di attività pratiche che, proposte in famiglia in forma ludica, possono aiutare i bambini nella loro crescita.
STRUTTURA DEL CORSO
Il corso è strutturato su tre giornate di otto ore ciascuna.
Ogni esperto ha a disposizione due ore per sviluppare il proprio intervento.
MATERIALE
Ai partecipanti verrà fornito del materiale a supporto degli argomenti teorici trattati.
Per ulteriori informazioni potete contattare la Dr.ssa Nicoletta Lastella al seguente indirizzo mail csdac@vodofone.it oppure inviarmi una mail al seguente indirizzo m.boninelli@unive.it


mercoledì 14 aprile 2010

Torino, Milano, Roma, P.A.S. Basic I° e II° Livello tariffa agevolata

Carissimi
il Centro Autorizzato alla Formazione Mediation A.R.R.C.A. offre la possibilità di una tariffa agevolata di 890,00 euro IVA inclusa,  per chi si iscriverà al I° e al II° Livello del Programma di Arricchimento Strumentale BASIC del Prof.re Feuerstein.
Tale agevolazione, avrà validità non soltanto per la sede di Torino, ma anche per Milano e Roma.
Per ulteriori informazioni potete contattare il seguente indirizzo mail: info@mediationarrca.it oppure inviarmi una mail al mio indirizzo m.boninelli@unive.it

Milano, Torino, Roma P.A.S. II° E III° livello tariffa agevolata

Carissimi
il Centro Autorizzato alla Formazione Mediation A.R.R.C.A. offre la possibilità di una tariffa agevolata di 990,00 euro IVA inclusa,  per chi si iscriverà al II° e al III° Livello del Programma di Arricchimento Strumentale del Prof.re Feuerstein.
Tale agevolazione, avrà validità non soltanto per la sede di Torino, ma anche per Milano e Roma.
Per ulteriori informazioni potete contattare il seguente indirizzo mail: info@mediationarrca.it oppure inviarmi una mail al mio indirizzo m.boninelli@unive.it 

venerdì 9 aprile 2010

" Se mi ami, costringimi a cambiare" La storia di Giacomo, musicista con la Sindrome di Down

Carissimi
pubblico, volentieri, l'articolo scritto sull' Eco di Bergamo, della storia di Giacomo, un uomo di quarant'anni con la sindrome di Down, che fa vibrare le note del cuore, grazie alla sua mamma che gli ha insegnato a suonare la tastiera.Il non arrendersi di fronte alla disabilità da parte dei genitori è fondamentale per la crescita cognitiva e formativa dei propri figli con bisogni educativi speciali.
"Giacomo suona la tastiera, Giacomo suona
nelle chiese, fa vibrare le note di Bach. Si esibisce nelle feste, regala gli
accordi degli Evergreen, le canzoni degli Anni Sessanta che non tramontano mai,
interpreta le più belle canzoni napoletane... Giacomo Bonacina ha quarant'anni, di
giorno è impegnato nelle agenzie viaggi della sorella. La musica è un hobby che lo
ha portato in giro per il mondo. Ha suonato sulle navi in crociera, ha suonato al
Pirellone per Formigoni. Giacomo abita a Ponte San Pietro, ha i capelli lisci e
radi, gli occhi chiari. È una persona serena, sorridente. È un signore affetto
dalla sindrome di Down.
Dice Giacomo: «Suono la tastiera da vent'anni. Avevo diciassette anni quando è
morta mia mamma, lei mi aveva insegnato a leggere le note. Faceva la maestra. Quando
lei è morta ho provato tantissimo dolore. Così io ho cominciato a studiare la
musica bene, perché lei me l'aveva insegnata. Da allora ogni settimana viene a casa
nostra il maestro Artemisio Franchi. Da vent'anni. Più di vent'anni. È molto
bravo. Sa che cosa penso? Che la musica è la mia mamma».
Capita che Giacomo vada nelle balere a suonare il liscio, che a Natale sia impegnato
nelle chiese. Il papà si chiama Mario, ha 84 anni, faceva l'impresario edile.
Racconta: «Quarant'anni fa non c'era molta preparazione in questo campo, ricordo
che a Bergamo riuscivamo a fare poco per Giacomo. Non progrediva. Allora ci hanno
segnalato un istituto a Roma, dalle suore, mia moglie è andata con lui, sono
rimasti a Roma per due anni, il risultato è che Giacomo è cambiato, che si è
aperto. Aveva sette anni. Adesso Giacomo ha quarant'anni, fa tante cose, è
autonomo».
Giacomo non è solo un bravo musicista, è cintura nera, primo dan, di judo.
«Faccio judo dal 1989, mi piace. Mi piace tanto aiutare i diversamente abili come
me. Magari arrivano in palestra timorosi, poi vedono me, parlo con loro e si
lasciano andare. Ho avuto tanti momenti importanti, per esempio quando ho conosciuto
Papa Giovanni Paolo II. Di recente ho conosciuto il vescovo di Bergamo, mi ha detto
"Piacere Francesco" e io gli ho detto "Piacere Giacomo". Mi piace lavorare, vado da
mia sorella che ha l'agenzia Brembo Viaggi, a Ponteranica. Io sono un diversamente
abile, quando quelli come me mi incontrano al lavoro o in altri posti allora sono
contenti e hanno meno paura a fare le cose. Come a judo, per esempio. E io sono
contento di aiutare». Giacomo dice che suo padre è bravo, ma un po' severo, che le
sue giornate sono belle, che «Internet è bello» e spiega che con Skipe può
parlare con le persone, e vederle: «Parlo con le mie sorelle, con mio cognato, mio
nipote 
 Mauro, i colleghi. Ho sei nipoti. Quando dicono parolacce mi arrabbio, glielo dico
di comportarsi bene. Penso che per noi diversamente abili sia importante non
isolarsi. E penso che chi è nato prima, chi è più vecchio, abbia più
responsabilità».
Giacomo ha viaggiato molto: Ecuador, Brasile, Galapagos, Cuba... Le vacanze gli
piacciono molto. Ha mai desiderato di non essere un diversamente abile, Giacomo?
«Questa è una domanda davvero difficile. Però io posso dire che sono contento,
che mi piacciono le mie giornate»".

mercoledì 7 aprile 2010

Minerbe, Corso di Formazione La Nuova Diagnosi Funzionale Educativa secondo il modello ICF.

Gentilissimi
ho il piacere di comunicarvi che terrò un corso di formazione su " La Nuova Diagnosi Funzionale Educativa, secondo il Modello ICF" presso l'Istituto Comprensivo di Minerbe. 
La nuova Diagnosi funzionale educativa secondo il modello ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della salute, OMS, 2002) si lega direttamente ai processi di integrazione scolastica, di apprendimento e socializzazione, non esprimendosi solo in termini tecnico-sanitari. Essa cerca di attivare collaborazioni a più largo raggio, coinvolgendo direttamente gli insegnanti (curricolari, di sostegno e le varie figure educative che interagiscono con l’allievo) e la famiglia, anche attraverso l’uso di strumenti specifici, naturalmente nel rispetto delle prerogative professionali dei diversi operatori. Partendo dalla Diagnosi funzionale così strutturata si passa poi alla definizione del Profilo dinamico funzionale, alle attività, materiali e metodi di lavoro, fino alla fase delle verifiche definendo così l’intera struttura del PEI.
Verrà inoltre illustrato come sia possibile collegare il PEI dell’alunno al suo Progetto di vita, dando quindi un carattere di continuità tra il mondo della scuola e quello della vita adulta.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarmi al seguente indirizzo mail: m.boninelli@unive.it 

sabato 3 aprile 2010