lunedì 25 giugno 2012
venerdì 22 giugno 2012
Articolo, La dislessia è di natura genetica
In occasione delle XV Giornate Medico Legali,
presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, è stata accertata
la natura genetica della difficoltà di lettura, la dislessia.
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Studi eseguiti su gemelli omozigoti hanno evidenziano un tasso di
concordanza del 65%; nel caso di gemelli eterozigoti il tasso di
concordanza è risultato del 35%, confermando una familiarità del 35-40%. Le difficoltà correlate alla Dislessia è stato spiegato, derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle abilità cognitive e alla garanzia di un'adeguata istruzione scolastica. Le dislessie, rientrano, insieme alla disgrafia, alla disortografia e alla discalculia, nel gruppo delle disabilità definite DSA (disturbi evolutivi specifici di apprendimento). La diagnosi si basa essenzialmente su prove comportamentali, fondate su criteri convenzionalmente condivisi dalla Comunità clinico-scientifica. La rilevanza dell'argomento è dovuta alla prevalenza dei DSA (oscillante tra il 2,5% e il 3,5% della popolazione in età evolutiva per la lingua italiana) e alle conseguenze che questi disturbi determinano a livello individuale, traducendosi spesso in un abbassamento del livello scolastico conseguito (con frequenti abbandoni nel corso della scuola secondaria di secondo grado) e una conseguente riduzione della realizzazione delle proprie potenzialità sociali e lavorative. La finalità della legge 8 ottobre 2010, n. 170, è proprio quella di dare la possibilità ad alunni e studenti, affetti da Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), di raggiungere il successo formativo, assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate allo scopo. tratto da tecnica della scuola. |
Articolo, Gli insegnanti che sfidano la dislessia
BOLZANO. Un bambino su venticinque, per le statistiche il 4 per
cento, mostra segni di dislessia. Fatica cioè a leggere correttamente e
ha scarsa abilità nella scrittura. Disturbi che spesso vengono
sottovalutati ma che comportano grandi ostacoli nell'apprendimento
scolastico in generale. Ne parliamo oggi perché a Bolzano sta crescendo
il progetto «Aiutami a fare da solo!» creato da un gruppo di insegnanti
che si sono associati in coopearativa _ si chiama Canalescuola _ e che
stanno verificando con successo i risultati del loro lavoro basato su
nuovi strumenti tecnologici. Un progetto destinato a crescere
ulteriormente con il sostegno dell'Intendenza scolastica e dei servizi
di Psicologia e Neuropsichiatria del Comprensorio sanitario bolzanino.
Ce lo racconta Davide La Rocca, insegnante di scuola elementare e
ideatore del progetto assieme a Emil Girardi che è presidente di
Canalescuola: «La dislessia è un tema molto attuale perché oggi ci sono
strumenti diagnostici più chiari, quindi la sensibilità nell'individuare
la problematica in maniera precoce è aumentata di molto. Già dalla
scuola dell'infanzia e in prima e seconda elementare si fanno screening
importanti».
Ma che cos'è la dislessia: malattia, handicap?
«Non si tratta di un handicap di tipo sensoriale, quindi
visibile, ma di un disturbo molto più subdolo. Parliamo di persone che
hanno un quoziente intellettivo nella norma ma che di fronte a un testo
scritto si bloccano. E questo si ripercuote su tutto l'apprendimento
scolastico, perché non riescono a comprendere ciò che leggono, non
potendosi concentrare sul testo se non per le prime righe. Il loro
stress cognitivo li porta ad esaurire in fretta tutte le energie di
apprendimento. Spesso hanno bisogno di un genitore che dopo una giornata
di lavoro si riduce a far fare i compiti».
Ma oggi qualcosa è cambiato.
«E' cambiata la tecnologia, che ora consente ai bambini di
leggere... con le orecchie: un computer con dei software specifici che
integrano la sintesi vocale. Il testo scritto che hanno davanti i
bambini lo vedono e lo ascoltano in contemporanea».
Un metodo che arriva qui da dove?
«Tutto il progetto è nato nel team di Giacomo Stella,
neuropsichiatra, luminare in Italia e non solo sui disturbi specifici di
appprendimento. Qualche hanno fa ha istituito un gruppo di ricerca su
questo tema e il primo laboratorio didattico è nato a Carpi. Noi (io ed
Emil Girardi, presidente di Canalescuola), l'abbiamo sperimentato dal
2008 nelle scuole di Laives, poi in quelle bolzanine di Via Parma,
Martin Luther King e Alfieri, oltre che alle Filzi di Laives e alle
Fermi di Oltrisarco».
Tutti insegnanti?
«La nostra cooperativa, nata nel 2006, è composta da insegnanti
elementari, pedagosti, psicologi che integrano il loro lavoro con
questo progetto. C'è un duplice vantaggio: le competenze acquisite in
cooperativa vengono poi reinvestite a scuola. Il nostro obiettivo è
quello di lavorare nella scuola per migliorarla, con innovazioni come
quella dedicata alla dislessia».
Ma un progetto così costa molto?
«Nel 2011 sono stati spesi circa 50 mila euro per dieci
istituti, anche perché i laboratori didattici non sono inseriti nelle
scuole: questo genererebbe frustrazioni, scambiato per un aggravio del
lavoro scolastico. Quindi lavoriamo all'esterno: a Laives nel centro
giovani Don Bosco, a Bolzano presso la sede di CanaleScuola in via
Wolkenstein, la piccola traversa di Via Cappuccini. L'idea è quella di
allargarci, di formare nuovo personale, investendo. E le famiglie
contano molto sul sostegno delle istituzioni».
Che cosa si fa durante il laboratorio?
«Insegniamo un metodo di studio, che diventa un filtro per
tutte le materie. Partiamo dalle componenti rilevanti dal punto di vista
grafico per arrivare dopo una lettura con le orecchie alla
realizzazione di una mappa concettuale, che racchiude tutta una serie di
concetti ben collegati e organizzati fra loro, sfruttando molto
l'immagine. Un sistema che potrebbe aiutare tutti, non solo i
dislessici. Alcuni hanno prodotto mappe concettuali che sono poi state
appese alle pareti della classe. Lavoriamo con libri digitali, in
formato pdf gestito con la sintesi vocale. L'Associazione italiana
dislessia ha un'intera biblioteca digitale, finanziata dalla Telecom».
L'obiettivo?
«Per noi è stata ed è un'esperienza molto gratificante, quindi
contiamo di crescere ancora, assieme alle scuole, alle famiglie, ai
bambini».
tratto da altoadige-geloca.it
tratto da altoadige-geloca.it
mercoledì 20 giugno 2012
Articolo: Il Dr. Feuerstein e sul perchè l'intelligenza è modificabile
Q1: Belief in your fellow man makes you not accept that this individual is lost, that he will never change
PQ2: Learning how to learn is the most important thing to do in a world of total change
PQ2: Learning how to learn is the most important thing to do in a world of total change
It was the young European Holocaust survivors in Israel that first
inspired Professor Reuven Feuerstein to explore cognitive development, a
field he has worked in for more than 60 years. “These children went
through daily and repeated trauma,” explains the 90-year-old
world-renowned cognitive psychologist. “There was no need for logical
thinking. What can logic play in such a situation where everything is
abnormal?”
Feuerstein is known for his groundbreaking work in cognitive modifiability; rejecting the idea that intelligence is fixed, he established the principle that all children can learn how to learn. Born in Romania in 1921, he moved to British-mandate Palestine in 1945, where he worked to rehabilitate these damaged and often misdiagnosed children and young people, many of whom were thought to be developmentally delayed. He then moved on to work with young immigrants from different countries who had also survived personal, cultural and societal deprivations and arrived—often alone—in Israel. “We couldn’t lose or give up on any of them,” says the professor almost 50 years later. “People were measured as to their cognitive processing, their capacity to adapt,” he says, noting that testers accepted the belief “that these tests indeed measured in an unavoidable way what this individual would ever be able to do.”
Feuerstein noticed that by interacting with the children rather than administering standardized tests to them, their results improved. He developed an unorthodox methodology and a theory about the human potential for modifiability, along with improved learning and functioning in the world, even for people with known genetic disorders such as Down syndrome. He founded the International Center for the Enhancement of Learning Potential (ICELP) in Jerusalem, currently run by his son, Rabbi Rafi Feuerstein. Now 90, the elder Feuerstein shows no signs of slowing down, helping assess young Ethiopian immigrants for the army and university, and analyzing what is needed for neuroplasticity in brain-injured people, the elderly and those suffering from dementia.
Feuerstein is known for his groundbreaking work in cognitive modifiability; rejecting the idea that intelligence is fixed, he established the principle that all children can learn how to learn. Born in Romania in 1921, he moved to British-mandate Palestine in 1945, where he worked to rehabilitate these damaged and often misdiagnosed children and young people, many of whom were thought to be developmentally delayed. He then moved on to work with young immigrants from different countries who had also survived personal, cultural and societal deprivations and arrived—often alone—in Israel. “We couldn’t lose or give up on any of them,” says the professor almost 50 years later. “People were measured as to their cognitive processing, their capacity to adapt,” he says, noting that testers accepted the belief “that these tests indeed measured in an unavoidable way what this individual would ever be able to do.”
Feuerstein noticed that by interacting with the children rather than administering standardized tests to them, their results improved. He developed an unorthodox methodology and a theory about the human potential for modifiability, along with improved learning and functioning in the world, even for people with known genetic disorders such as Down syndrome. He founded the International Center for the Enhancement of Learning Potential (ICELP) in Jerusalem, currently run by his son, Rabbi Rafi Feuerstein. Now 90, the elder Feuerstein shows no signs of slowing down, helping assess young Ethiopian immigrants for the army and university, and analyzing what is needed for neuroplasticity in brain-injured people, the elderly and those suffering from dementia.
BRAIN WORLD: You worked against the conventional wisdom of the times,
where educator and psychologist were taught that there are critical
periods in development—if you don’t pick up a certain skill within the
established critical period it won’t happen, and that evaluations and
their results are static and unchanging.
REUVEN FEUERSTEIN: You must provide certain kinds and types of stimulation under certain conditions that lead to the modifiability of the brain. Structural cognitive modifiability overcomes the traditionally considered barriers to change—critical periods, severity of condition and etiology. These are no longer insurmountable barriers of change, due to the linkage between neural plasticity and cognitive modifiability interventions.
REUVEN FEUERSTEIN: You must provide certain kinds and types of stimulation under certain conditions that lead to the modifiability of the brain. Structural cognitive modifiability overcomes the traditionally considered barriers to change—critical periods, severity of condition and etiology. These are no longer insurmountable barriers of change, due to the linkage between neural plasticity and cognitive modifiability interventions.
BW: The modifiability of the brain at different stages—that is the theory you founded, Structural Cognitive Modifiability (SCM).
RF: The theory of SCM basically postulated that individuals can be changed in terms of their cognitive processes in a structural way. This led me to develop a methodology for assessment [the Learning Assessment Propensity Device, or LAPD]; for treatment [the Mediated Learning Experience, or MLE]; and the Instrumental Enrichment Program [IEP] for use in the classroom. This methodology, which combined a different kind of assessment, along with adapted behavioral techniques and training, created such a strong effect and made such strong changes in people’s behavior, it was almost impossible not to speculate that must be something happening in the neurophysiology. But in the 1950s it was exactly that—speculation.
When I met with the great neurophysiologists of the time, Wilder Penfield and Karl Pribram, they said, “Yes, there must be something happening, but we have no way to prove it, and to talk about it in a speculative way would be almost heretical.”
RF: The theory of SCM basically postulated that individuals can be changed in terms of their cognitive processes in a structural way. This led me to develop a methodology for assessment [the Learning Assessment Propensity Device, or LAPD]; for treatment [the Mediated Learning Experience, or MLE]; and the Instrumental Enrichment Program [IEP] for use in the classroom. This methodology, which combined a different kind of assessment, along with adapted behavioral techniques and training, created such a strong effect and made such strong changes in people’s behavior, it was almost impossible not to speculate that must be something happening in the neurophysiology. But in the 1950s it was exactly that—speculation.
When I met with the great neurophysiologists of the time, Wilder Penfield and Karl Pribram, they said, “Yes, there must be something happening, but we have no way to prove it, and to talk about it in a speculative way would be almost heretical.”
BW: At first, many people didn’t trust your results.
RF: When trying to find placements for clients, I had to go to people and say, “Look, he looks like an idiot, but he’s not. Look, he doesn’t know reading, he’s 17, but he will learn.”
RF: When trying to find placements for clients, I had to go to people and say, “Look, he looks like an idiot, but he’s not. Look, he doesn’t know reading, he’s 17, but he will learn.”
BW: So what have you learned from your testing?
RF: We have had an enormous opportunity to learn more about the way by which the brain functions on an individual level. If I can find, in some way, to limit what was described before as a global condition, I can find the modifiability in the individual. An individual may have great difficulty with change, but if I find the proper way to reach them, I may create or encourage modifiability, which makes the individual function better.
RF: We have had an enormous opportunity to learn more about the way by which the brain functions on an individual level. If I can find, in some way, to limit what was described before as a global condition, I can find the modifiability in the individual. An individual may have great difficulty with change, but if I find the proper way to reach them, I may create or encourage modifiability, which makes the individual function better.
BW: So the MLE is a mechanism for creating change. When testing a person you teach them.
RF: If you can create change, you can then predict the potential or propensity for further change. The MLE is but a method in my interaction with you—not just to make you know something in a passive way but how to produce it, how to create it. I am not just passing to you information, but passing to you all you that you need to know in order to be able to learn by yourself.
tratto da Brain world RF: If you can create change, you can then predict the potential or propensity for further change. The MLE is but a method in my interaction with you—not just to make you know something in a passive way but how to produce it, how to create it. I am not just passing to you information, but passing to you all you that you need to know in order to be able to learn by yourself.
martedì 5 giugno 2012
Villafranca di Verona, Corso Programma di Arricchimento Strumentale Primo Livello
Carissimi Lettori,
ho il piacere di annunciarvi la partenza del prossimo corso sul programma di arricchimento Strumentale organizzato dall' Associazione Interculturale Shangri-là.
Il corso a numero chiuso partirà a Settembre e si concluderà a Novembre.
L'impegno previsto è di un fine settimana al mese (venerdì pomeriggio, Sabato matt. e pom e Domenica mattina).
Date del corso:
14-15-16
settembre,
12-13-14 ottobre, 1
6-17-18 novembre 2012
Orario:
Venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30
Sabato dalle 09.00-13.00 e dalle 14.30 alle 18.30
Domenica mattina dalle 09.00 alle 12.30
Sede: Binario Zero, Villafranca di Verona.
Scadenza iscrizione: 4 Settembre 2012
Contenuti del corso
Come si apprende e perché si apprende: il pensiero di Reuven Feuerstein.
Modificabilità Cognitiva Strutturale
L’Esperienza di Apprendimento Mediato
I Criteri di Mediazione
L’Organizzazione di una lezione utilizzando il Programma di Arricchimento Strumentale
Carta Cognitiva
Analisi del funzionamento cognitivo
Il modello di atto mentale e le funzioni cognitive carenti
Il ruolo dell’adulto nei processi di mediazione
Presentazione e sperimentazione dei primi 5 strumenti del Programma:
-Organizzazione di Punti
-Orientamento Spaziale
-Confronti
-Percezione Analitica
-Immagini.
Destinatari
Un corso metodo Feuerstein è utile per tutti coloro che si occupano di educazione, di psicologia, di pedagogia e di bisogni educativi speciali.
Tempi e date:
48 ore di lezioni frontali e 30 ore di tirocinio facoltative
Periodo e Orario : Settembre - Novembre 2012
Organizzazione: lezione frontale, lezione interattiva, lavoro di piccolo gruppo
Costo: 420 euro (La quota, oltre alla docenza, comprende gli strumenti e materiale di supporto didattico in CD, attestato di partecipazione con firma di Feuerstein, assistenza on-line, iscrizione annuale all’Associazione Shangri-là)
Modalità di pagamento:
Contenuti del corso
Come si apprende e perché si apprende: il pensiero di Reuven Feuerstein.
Modificabilità Cognitiva Strutturale
L’Esperienza di Apprendimento Mediato
I Criteri di Mediazione
L’Organizzazione di una lezione utilizzando il Programma di Arricchimento Strumentale
Carta Cognitiva
Analisi del funzionamento cognitivo
Il modello di atto mentale e le funzioni cognitive carenti
Il ruolo dell’adulto nei processi di mediazione
Presentazione e sperimentazione dei primi 5 strumenti del Programma:
-Organizzazione di Punti
-Orientamento Spaziale
-Confronti
-Percezione Analitica
-Immagini.
Destinatari
Un corso metodo Feuerstein è utile per tutti coloro che si occupano di educazione, di psicologia, di pedagogia e di bisogni educativi speciali.
Tempi e date:
48 ore di lezioni frontali e 30 ore di tirocinio facoltative
Periodo e Orario : Settembre - Novembre 2012
Organizzazione: lezione frontale, lezione interattiva, lavoro di piccolo gruppo
Costo: 420 euro (La quota, oltre alla docenza, comprende gli strumenti e materiale di supporto didattico in CD, attestato di partecipazione con firma di Feuerstein, assistenza on-line, iscrizione annuale all’Associazione Shangri-là)
Modalità di pagamento:
Bonifico Bancario di 200 euro
presso Banca Popolare di Milano, filiale Villafranca di Verona - cod. iban:
IT 25 F 05584 59960 000000020633
intestato ad Associazione
Promoz Sociale SHANGRILA
Indirizzo: c/o Begnoni
Lilia – via Cantore 22 – 37069 Villafranca di Verona (VR)
Nella causale specificare:
Nome e Cognome – Anticipo iscrizione Corso di Formazione PAS di I livello VILLAFRANCA.
Per ulteriori informazioni potete inviare una mail a:
donne.shangrila@gmail.com oppure
info_corsifeuerstein@virgilio.it
donne.shangrila@gmail.com oppure
info_corsifeuerstein@virgilio.it
Catania, Seminario di Studio sul Metodo Feuerstein
Cari Lettori,
ho il piacere di comunicarvi che ISTITUTO PER LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE METODOLOGICA IN EDUCAZIONE E FORMAZIONE ha organizzato, a Catania, un Seminario di Studio sul Metodo Feuerstein.
Il seminario si terrà giorno 16 giugno c.m. presso il Circolo Didattico "G. Pizzigoni".
Vi copio il programma del seminario:
Ore 09,00 Apertura dei lavori
Dott. Salvatore Pappalardo—Presidente IRSMEF
Ore 09,10 Saluti delle autorità
Dott. Giuseppe Castiglione—Presidente Provincia Catania.
Dott. Raffaele Zanoli— Direttore U.S.T. Catania
Ore 10,00 Presentazione del convegno- seminario
Prof. ssa Letizia Salonia—Direttore IRSMEF
Ore 10,10 Relazione : “ Difficoltà scolastica o scuola in fifficoltà? Il senso della ricerca psico-pedagogica nella pratica educativa. ”
Prof. Mario Di Mauro - Università Ca’ Foscari—Venezia Centro Interateneo per la Ricerca Didattica e la Formazione Avanzata
Ore 11,30 Coffe break
Ore 12,00 Interventi programmati
· Lo strumento PAS: sue applicazioni pratiche
Prof.ssa Maria Luisa Boninelli—formatrice e applicatrice PAS Università Ca’ Foscari Venezia
· La mediazione relazionale nel processo apprenditivo Prof. Maira Giuseppe
· I disturbi specifici nell’apprendimento D.S. Simonetta Calafiore
· “Tecniche d’apprendimento in soggetti in difficoltà” D. S. Ninni Bonacasa
· Presentazione di casi clinici
Ore 13,00 Dibattito in plenaria
Ore 13, 30 Chiusura del convegno –seminario
L'invito è gratuito è chiesta una conferma via mail a seguente indirizzo: salpap6@tin.it oppure m.boninelli@univirtual.it
Per ulteriori informazioni riguardo la tematica proposta potete inviarmi una mail.
lunedì 4 giugno 2012
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