martedì 27 settembre 2011

Roma, Corso Programma di Arricchimento Strumentale Primo livello

Siamo lieti di comunicarVi che il :

Corso di formazione al Programma di Arricchimento Strumentale
del prof. Reuven Feuerstein I° livello
ROMA   OTTOBRE-NOVEMBRE 2011

Evento ECM n. 11005641 crediti richiesti  per tutte le professioni
.
verrà attivato nei giorni previsti:
.  9-10 Ottobre;
. 22-23 Ottobre;
. 12-13 Novembre  presso l’Hotel Casa tra noi, via di Monte del Gallo 113 - Roma

con orario  9-13; 14-18

Le iscrizioni restano aperte sino ad esaurimento dei posti disponibili.

La Segreteria del corso è a vostra disposizione ai seguenti riferimenti:
tel. 011 882089; fax 011 8812943; cell. 348 2617151.

Un cordiale saluto
Sandra Damnotti, Mediation A.R.R.C.A.

lunedì 26 settembre 2011

Impariamo ad imparare. Percorso Introduttivo sul Metodo Feuerstein

Carissimi 
ho il piacere di comunicarvi l'inizio del Percorso introduttivo online sul Metodo Feuerstein organizzato dal Centro Studi Erickson. 

Il percorso online si rivolge a insegnanti, pedagogisti, psicologi, educatori, formatori e ha come obiettivo quello di focalizzarsi sulle funzioni e sulle abilità degli studenti perché siano sempre più consapevoli dei processi, delle strategie più efficaci per sviluppare e raggiungere gli obiettivi del loro apprendimento.

Punto di partenza di questo percorso è la teoria del Prof.re Reuven Feuerstein, psicologo Israeliano che considera l’intelligenza non come una serie di “tratti” ereditati geneticamente, immutabili e responsabili del comportamento caratteristico di un individuo, ma come la “propensione dell’organismo a modificarsi, nella sua struttura cognitiva, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli, di origine interna o esterna che siano”(Feuerstein, 1998)

Gli argomenti che verranno trattati sono:

Modulo 1: Verso un nuova educazione cognitiva
Obiettivo: introduzione al Metodo Feuerstein. Concetti chiave e riferimenti teorici.
Contenuti: lo sviluppo cognitivo secondo Jean Piaget; genesi e sviluppo del Linguaggio di Vygostkij; lo sviluppo intellettivo secondo il modello Bruner; la modificabilità cognitiva strutturale e i sistemi applicativi di Reuven Feuerstein.

Modulo 2: Problem solving e funzionamento cognitivo
Obiettivo: Identificazione delle funzioni cognitive.
Contenuti: modello dell’atto mentale; le funzioni cognitive carenti cosa sono e come riconoscerle.

Modulo 3: L’esperienza di apprendimento mediato
Obiettivi: presentazione di criteri di Mediazione.
Contenuti: teoria dell’esperienza di apprendimento Mediato; il mediatore e i criteri di mediazione; la mancanza di esperienza di apprendimento mediato nella scuola come causa dell’insuccesso scolastico.

Modulo 4: La carta cognitiva uno strumento per la creazione di una didattica inclusiva
Obiettivi: presentazione della Carta Cognitiva.
Contenuti: utilizzo dei sette parametri della Carta Cognitiva per la realizzazione di una lezione didattica.

Tutor: Maria Luisa Boninelli, Formatrice e Applicatrice Metodo Feuerstein, Mantova e Verona

Per informazioni:
Centro Studi Erickson
Via del Pioppeto 24, Fraz. Gardolo - 38121 Trento
Tel. 0461 950747- Fax 0461 956733
E-mail: formazione@erickson.it

http://www.erickson.it/Formazione/Pagine/Corsi-online-settembre---dicembre-2011.aspx

mercoledì 21 settembre 2011

Il Metodo Feuerstein al Convegno la qualità dell'integrazione scolatica


Il linguaggio plasma il pensiero: sviluppo e potenziamento dei processi cognitivi secondo Reuven Feuerstein

Nello sviluppo cognitivo, un ruolo fondamentale è svolto dall’intervento mediativo perché, secondo Feuerstein, l’apprendimento non ha più di tanto luogo in seguito all’esposizione diretta dell’individuo agli stimoli, ma piuttosto attraverso l’azione di un mediatore intenzionalmente coinvolto. In tale contesto, la cognizione svolge un ruolo centrale nella modificabilità umana ed è la stessa nozione di intelligenza a cambiare significato perché non si configura più come serie di tratti ereditati immutabili e responsabili del comportamento. Ciò comporta che molte condizioni emotive e comportamentali possono diventare modificabili attraverso un intervento cognitivo. Il workshop si soffermerà, in particolare, sul valore che ha il linguaggio nel percorso di ricerca che ha portato Feuerstein a realizzare il suo famoso Programma di Arricchimento Strumentale.
Intervengono:
Di Mauro Mario (Direttore Centro Studi Feuerstein per la ricerca sulle metodologie metacognitive in educazione, Università Ca' Foscari di Venezia)

Boninelli Maria Luisa (Formatore Metodo Feuerstein, collabora con il Centro Studi Feuerstein per la ricerca sulle metodologie metacognitive in educazione ) 

lunedì 19 settembre 2011

Con le linee guida, diventa pienamente operativa la legge sulla dislessia

A partire dal prossimo anno scolastico, i ragazzi con problemi di apprendimento potranno contare sia su strumenti compensativi (didattici e tecnologici) sia su misure dispensative che consentono all'alunno di non svolgere alcune prestazioni particolarmente difficoltose a causa del disturbo.

A darne l'annuncio, durante una conferenza stampa tenutasi presso il Senato il 20 luglio scorso, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che ha firmato il decreto attuativo della legge che ha riconosciuto giuridicamente la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento.

"La scuola deve dare risposte e sostenere le famiglie e questi studenti - ha spiegato il ministro - che sono normodotati, anzi qualche volta con un talento superiore alla media e che hanno solo disturbi particolari per quanto riguarda per esempio la discalculia, la disgrafia, la dislessia".

Gli strumenti didattici e tecnologici che facilitano lo studio degli alunni con dsa sono: sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; registratore, che consente all'alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione; programmi di video-scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti, senza l'affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori, e la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo.

Con il decreto attuativo e le Linee Guida, sono individuate, ai sensi della Legge 170/2010, le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento, fin dalla scuola dell’infanzia. Le Linee Guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare interventi personalizzati, che puntano sulla centralità delle metodologie didattiche.

Anche gli studenti universitari con DSA hanno diritto a veder riconosciuti le misure dispensative e gli strumenti compensativi adottati nelle scuole, sin dai test di ammissione, nei quali si potrà prevedere un tempo aggiuntivo, fino a un massimo del 30% in più, per lo svolgimento delle prove. Nel normale percorso accademico, gli Atenei consentono agli studenti con diagnosi di DSA di poter utilizzare le facilitazioni e gli strumenti compensativi eventualmente già in uso durante il percorso scolastico, quali,  ad esempio: registrazione delle lezioni; utilizzo di testi in formato digitale; programmi di sintesi vocale. Le misure dispensative e gli strumenti compensativi (prove orali invece che scritte; uso di personal computer con correttore ortografico e sintesi vocale; tempo supplementare fino a un massimo del 30% in più) possono essere utilizzati anche durante l'esame. Inoltre, gli Atenei debbono prevedere servizi specifici per gli studenti con DSA, che pongano in essere tutte le azioni necessarie a garantire l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate (ad es. utilizzo di tutor specializzati; consulenza per l’organizzazione delle attività di studio; lezioni ed esercizi on line sul sito dell’università, ecc.).

E' riservato alle scuole secondarie di primo e secondo grado il concorso che premia i progetti didattici a favore di studenti con DSA che si sono rivelati particolarmente innovativi. Il termine per partecipare scade il 15 settembre prossimo.

Secondo le ultime rilevazioni del Miur del febbraio 2011,gli studenti con disturbi specifici di apprendimenti diagnosticati sono 70 mila, ma le recenti ricerche scientifiche la percentuale della popolazione scolastica interessata dai Dsa va dal 3% al 5%.

Fonte: Ministero dell'istruzione, dell'università, della ricerca

Articolo: Asini in matematica? Forse è discalculia

MILANO - Per chi ha odia la matematica a scuola, ricominceranno presto i grattacapi, ma attenzione: non sempre chi litiga con i numeri è un pigro con poca voglia di studiare, potrebbe semplicemente soffrire di discalculia. Così gli esperti chiamano un disturbo che è l’equivalente matematico della dislessia, che consiste, invece, nella difficoltà a leggere correttamente le parole. E se la dislessia è oggi conosciuta e riconosciuta abbastanza facilmente, la discalculia è ancora sottovalutata, sottostimata e poco studiata, tanto che la rivista Science ha appena dedicato una review all’argomento (firmata da ricercatori inglesi, fra cui un’autorità in materia, Brian Buterworth, membro del Centre for Educational Neuroscience dell’Ucl, l’University College of London).
SCIENZA E PIL - L’obiettivo degli specialisti, oltre che fornire qualche suggerimento per affrontare il disturbo, è quello di stimolare una maggiore attenzione delle autorità sanitarie e scolastiche nei confronti di questo problema che ha anche un costo per la collettività: le capacità matematiche e scientifiche di un Paese contribuiscono, infatti, alla crescita del prodotto interno lordo con lo 0,87 per cento all’anno, secondo i dati dell’OECD, l’Organisation for Economic Co-operation and Development. Secondo gli autori dell’articolo, dal 5 al 7 per cento delle persone, a partire dall’età scolare, soffre di discalculia congenita (in qualche caso anche ereditaria, che spesso si associa alla dislessia) che compromette l’apprendimento numerico e le capacità di calcolo, senza peraltro essere accompagnata da deficit intellettivi, e può avere conseguenze nella vita di tutti i giorni. Come si manifesta, in pratica?
TRE PER OTTO - Con la difficoltà di lettura e scrittura dei numeri, la difficoltà nel dare un significato al numero e nell’eseguire procedure di calcolo, la difficoltà di acquisire le tabelline e i calcoli a mente, la difficoltà di attribuire al segno algebrico le relative procedure di calcolo (cioè sommare se appare +, moltiplicare se appare x), la difficoltà di contare all’indietro. Ecco qualche esempio. Chi soffre di discalculia ritiene che “tre per otto” sia uguale a 38. Oppure scrive centouno così: 1001 (cioè trascrive il numero come lo sente pronunciare e non capisce i concetti di centinaia, decine, unità). «Ricordo il caso di una signora che lavorava in una boutique – dice Giacomo Stella professore di Psicologia Clinica all’Università di Modena-Reggio Emilia e Presidente dell’Associazione italiana dislessia. - Ebbene, invece di scrivere sul cartellino di un capo di abbigliamento il prezzo reale di 754 euro, aveva scritto 570. E’ un esempio di discalculia procedurale che riguarda la capacità di leggere e scrivere i numeri e che può avere conseguenze pratiche importanti. E’ diversa dalla discalculia semantica che ha a che fare, per esempio, con l’apprezzamento della quantità numerica, con la capacità di contare avanti e indietro e di orientarsi nel tempo. Queste persone non distinguono i mesi, i giorni e le settimane».
LEGGERE LE ORE - Il problema della discalculia (in particolare quella semantica) è oggi mascherato dalla tecnologia. I ragazzi possono usare le calcolatrici a partire dalla scuola media e questo li aiuta a compensare la difficoltà di fare i calcoli a mente. I negozianti hanno a disposizione le bilance elettroniche, che fanno tutto loro e rendono meno necessaria l’attività di calcolo. Chi ha difficoltà a quantificare il tempo e a usare gli orologi classici, può contare su quelli digitali. E chi ha problemi a calcolare il resto, dovuto dopo un acquisto, può pagare con il bancomat o la carta di credito. Il problema, comunque, esiste e va riconosciuto. «Dislessia e discalculia hanno un impatto differente nei diversi Paesi – continua Stella. – La dislessia è legata alle caratteristiche dell’ortografia della lingua e, in particolare, al grado di corrispondenza delle lettere con i suoni: in Gran Bretagna, proprio perché la lingua scritta è diversa da quella parlata, ci sono molti più dislessici che in Italia, dove invece c’è maggiore corrispondenza fra scritto e parlato. La discalculia, invece, è equamente diffusa perché il sistema dei numeri e dei calcoli è un internazionale». Come attrezzarsi? Secondo l’articolo di Science l’utilizzo di software, capaci di sostituirsi agli insegnanti nelle scuole, potrebbe rivelarsi utile nel correggere il disturbo (i software si chiamano Number Race e Grapho-game-Maths).
ELOGIO DELL’ABACO - «Ma per stimolare le capacità aritmetiche - suggerisce Stella – ci sono semplici strumenti che la scuola ha demonizzato: la linea dei numeri, una semplice sequenza da uno a venti (come un righello, ndr), per le addizioni e le sottrazioni, che il bambino può sempre tenere davanti a sé, e la tavola pitagorica, per le moltiplicazioni. Si tratta di banali rappresentazioni che rendono concrete le operazioni di calcolo. Del resto i cinesi “vincono” in matematica perché familiarizzano, da piccolissimi, con l’abaco che fornisce una rappresentazione concreta dei numeri. Nella scuola italiana, invece, si è optato per la rappresentazione mentale astratta del numero e, se la maggior parte della popolazione non ha problemi, alcuni individui, invece, ne sono penalizzati». Non usare certi strumenti si rivela alla fine una barriera architettonica per l’accesso al numero. 
tratto da www.corriere.it 
Per ulteriori informazioni sull'applicazione del Metodo Feuerstein con i bimbi dislessici potete inviarmi una mail: m.boninelli@unive.it 

Mi sono impegnato.. storia di dislessia

...ho provato a scrivere tutto giusto, ma le lettere si muovevano , le righe del quaderno ondeggiavano e la maestra contniuava a  ripetere che il compito andava consegnato in poco tempo.
L'ansia dentro me cresceva e mano mano che la paura prendeva spazio dentro me, lo spazio per pensare a cio' che dovevo fare diventava sempre piu' piccolo fino a farmi rinunciare del tutto a fare quel compito.

PAURA,
ANSIA
e BREVE TEMPO
sono NEMICI di un bambino dislessico.

Se vogliamo aiutarli a vivere meglio la scuola,
AIUTIAMOLI a NON AVERE PAURA,
ad ESSERE SERENI,
diamogli IL TEMPO CHE GLI SERVE per scrivere, leggere e comprendere.

INSEGNARE SIGNIFICA COMPRENDERE!

tratto da: Dyslexic Children
Per ulteriori informazioni sull'applicazione del Metodo Feuerstein con i bambini dislessici potete inviarmi una mail al seguente indirizzo: m.boninelli@unive.it 
pubblicato da Maria Luisa Boninelli

Convegno la Qualità dell'Integrazione Scolastica: Resistere o Rinnovare?

RIMINI 2011: resistere o innovare?

Il Convegno di novembre è sempre un appuntamento importante, in cui ci ritroviamo assieme a "fare il pieno" di energia e di aiuti pratici per il nostro lavoro quotidiano. Ma non solo: questa edizione vuole essere qualcosa di più. Certo toccheremo i vari temi che in questi anni si sono dimostrati utili per lo sviluppo professionale e scientifico di chi lavora nel campo dell'integrazione scolastica e sociale. Come vedete nel titolo, daremo ampio spazio anche all'integrazione sociale della persona con disabilità, oltre e dopo la scuola, nelle varie realtà educative e di vita indipendente che i vari territori hanno realizzato. Daremo rilievo ai temi derivati dal forte interesse all'uso di ICF nella scuola, alle tecnologie didattiche inclusive, ai materiali e strumenti compensativi per i Disturbi di apprendimento della lettura, ecc.
Questa edizione vuole però essere anche un'occasione di contaminare i nostri saperi pedagogici e psicologici con altri saperi, che si stanno occupando sempre di più e sempre meglio dei vari temi connessi alla disabilità: e pensiamo ai saperi dell'economia (non dimentichiamo che il premio Nobel per l'economia Amartya Sen ha compiuto delle analisi interessantissime sui temi della disabilità), della filosofia del diritto e dei temi di equità e giustizia (una grande filosofa contemporanea, Martha Nussbaum, analizza con chiarezza e originalità la situazione delle disabilità) e della filosofia morale ed etica applicata (si pensi alle recentissime analisi di Michela Marzano).
L’edizione 2011 ha però anche un'altra ambizione: quella di segnare l'inizio di una stagione di riflessione e di impegno sotto la bandiera dell'innovazione profonda e non sotto quella della resistenza continua allo stillicidio quotidiano di una politica governativa fatta di limitazioni e di tagli. Da Rimini si può uscire con una prospettiva drammaticamente innovativa, che scuota dalle fondamenta il nostro modello italiano di fare l'integrazione scolastica. Un nuovo modello che ci porti più vicini allo spirito e ai valori che fondarono quasi quaranta anni fa l'integrazione scolastica e che vi porti quelle competenze tecniche di cui ha sempre più bisogno se vuole soddisfare realmente le necessità degli alunni e degli insegnanti e se davvero vuole muoversi nella direzione di una scuola inclusiva. Ma le innovazioni hanno bisogno di creatività, coraggio e forza: a Rimini le troveremo insieme!
Andrea Canevaro e Dario Ianes

venerdì 9 settembre 2011

Dislessia: Linee Guida

Con le linee guida, diventa pienamente operativa la legge sulla dislessia

A partire dal prossimo anno scolastico, i ragazzi con problemi di apprendimento potranno contare sia su strumenti compensativi (didattici e tecnologici) sia su misure dispensative che consentono all'alunno di non svolgere alcune prestazioni particolarmente difficoltose a causa del disturbo.
A darne l'annuncio, durante una conferenza stampa tenutasi presso il Senato il 20 luglio scorso, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che ha firmato il decreto attuativo della legge che ha riconosciuto giuridicamente la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento.
"La scuola deve dare risposte e sostenere le famiglie e questi studenti - ha spiegato il ministro - che sono normodotati, anzi qualche volta con un talento superiore alla media e che hanno solo disturbi particolari per quanto riguarda per esempio la discalculia, la disgrafia, la dislessia".
Gli strumenti didattici e tecnologici che facilitano lo studio degli alunni con dsa sono: sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; registratore, che consente all'alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione; programmi di video-scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti, senza l'affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori, e la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo.
Con il decreto attuativo e le Linee Guida, sono individuate, ai sensi della Legge 170/2010, le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento, fin dalla scuola dell’infanzia. Le Linee Guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare interventi personalizzati, che puntano sulla centralità delle metodologie didattiche.
Anche gli studenti universitari con DSA hanno diritto a veder riconosciuti le misure dispensative e gli strumenti compensativi adottati nelle scuole, sin dai test di ammissione, nei quali si potrà prevedere un tempo aggiuntivo, fino a un massimo del 30% in più, per lo svolgimento delle prove. Nel normale percorso accademico, gli Atenei consentono agli studenti con diagnosi di DSA di poter utilizzare le facilitazioni e gli strumenti compensativi eventualmente già in uso durante il percorso scolastico, quali,  ad esempio: registrazione delle lezioni; utilizzo di testi in formato digitale; programmi di sintesi vocale. Le misure dispensative e gli strumenti compensativi (prove orali invece che scritte; uso di personal computer con correttore ortografico e sintesi vocale; tempo supplementare fino a un massimo del 30% in più) possono essere utilizzati anche durante l'esame. Inoltre, gli Atenei debbono prevedere servizi specifici per gli studenti con DSA, che pongano in essere tutte le azioni necessarie a garantire l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate (ad es. utilizzo di tutor specializzati; consulenza per l’organizzazione delle attività di studio; lezioni ed esercizi on line sul sito dell’università, ecc.).
E' riservato alle scuole secondarie di primo e secondo grado il concorso che premia i progetti didattici a favore di studenti con DSA che si sono rivelati particolarmente innovativi. Il termine per partecipare scade il 15 settembre prossimo.
Secondo le ultime rilevazioni del Miur del febbraio 2011,gli studenti con disturbi specifici di apprendimenti diagnosticati sono 70 mila, ma le recenti ricerche scientifiche la percentuale della popolazione scolastica interessata dai Dsa va dal 3% al 5%.
Fonte: http://www.governo.it/Governoinforma/Dossier/dislessia/


martedì 6 settembre 2011

Video: come spiegare la Dislessia

Come spiegare la Dislessia ai Genitori.
Molto bello come video

Per informazione sull'utilizzo del MEtodo Feuerstein per i bimbi dislessici potete inviarmi una mail al seguente indirizzo: m.boninelli@unive.it

Sono un dislessico..non sono un marziano



Un grazie a Rossella Grenci per il Video. 

Comunicato Stampa: Convegno Qualità dell'Integrazione Scolastica

A poco più di un mese dalla presentazione ufficiale del Rapporto “Gli alunni con
disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte” di Associazione Treellle,
Caritas Italiana, Fondazione Agnelli, edito Edizioni Centro Studi Erickson, l’eco
suscitata dal capitolo 5 del Rapporto è stata davvero notevole, sia nella stampa sia
nei vari Social Network e blog, per arrivare allo scambio di idee nelle associazioni
professionali e scientifiche.
Di questo fermento e di questa discussione sono particolarmente contento, perché era
uno degli obiettivi che il Rapporto si poneva, pensando che da sempre Pólemos è il
padre di tutte le cose... Soprattutto di quelle più difficili e che ci stanno
particolarmente a cuore, come in questo caso l’integrazione scolastica degli alunni
con disabilità. 
Sentendo direttamente le prime impressioni sul Rapporto, ho colto condivisione su
alcune parti del Rapporto, accanto a varie perplessità, timori, paure e scetticismo.
Queste reazioni mi hanno spinto ad allargare ulteriormente la conoscenza degli
elementi fondamentali di questa proposta sottolineando che l’integrazione non è in
discussione, ma la sua realizzazione è spesso insoddisfacente .
Nel Rapporto non si dubita mai del valore civile dell’integrazione, né degli sforzi
e della buona volontà che migliaia e migliaia di persone vi profondono ogni giorno.
Di questo non si discute, come non si discute del fatto che esistono molte
esperienze di ottima integrazione. 
Il problema sta purtroppo nella realizzazione su larga scala di un’integrazione
sufficientemente buona, in modo che i diritti di tutti gli alunni con disabilità
siano realmente esigibili e soddisfatti, in ogni parte del nostro Paese e in ogni
ordine di scuola. L’integrazione scolastica efficace non è ancora diventata
un’«istituzione» reale nel nostro sistema formativo. 
Nella ormai pluridecennale storia dell’integrazione scolastica degli alunni con
disabilità, nonostante il suo indiscutibile valore civile, i notevoli investimenti
in risorse finanziarie e umane, gli sforzi e la buona volontà di tanti insegnanti e
operatori, e alcune ottime esperienze di buona integrazione, il sistema scuola nel
suo complesso non è ancora riuscito a creare efficaci prassi che rispondano in modo
equo e stabile ai diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie. 
Il punto del Rapporto che più di altri ha fatto discutere è l'evoluzione
dell'attuale figura dell'insegnante di sostegno. L’ipotesi progettuale prevede il
passaggio degli insegnanti di sostegno all’organico normale delle scuole e
contemporaneamente la creazione di un congruo numero di insegnanti «specialisti» ad
alta competenza, con un profilo professionale ad hoc, formati al massimo livello e
stabili nel loro ruolo. 
Questi specialisti sono figure professionali a tempo pieno, in grado di formare e
supervisionare le varie componenti scolastiche, fornendo loro competenze chiave per
un’efficace didattica dell’integrazione. Gli insegnanti specialisti non hanno ore di
lavoro didattico diretto con gli alunni con disabilità,  sono operativi su base
territoriale, prestando la loro opera itinerante in una serie di scuole, e hanno
sede nel Centro Risorse per l’Integrazione (CRI). 
In questo modo la figura dell’insegnante di sostegno come la conosciamo si sdoppia
in due dimensioni operative: la gran parte di essi diventa insegnante curricolare
contitolare a tutti gli effetti, assegnato alla scuola, e una ristretta parte,
rigorosamente selezionata e formata, entra in una dimensione consulenziale tecnica
ad alta competenza. 
Ecco, a mio avviso, la parte più forte della proposta del Rapporto: il superamento
radicale della figura dell’insegnante di sostegno per come la conosciamo.
Contemporaneamente a un organico «normalmente» potenziato, le scuole avrebbero a
disposizione il lavoro tecnico di insegnanti specialisti davvero in grado di fornire
quelle risorse metodologiche per far diventare la «normalità più speciale». 
Queste dunque sono le linee progettuali del nuovo modello, con i punti fermi da cui
partono e gli scenari che intendono realizzare. Troppo lontane dalla situazione
attuale? Troppo pericolose? Troppo destabilizzanti? Troppo scomode per chi vuole
vivere solo di rendita di posizione? 
Alla fine di questo commento mi piacerebbe che, in tutta onestà intellettuale, il
lettore riconoscesse alla proposta, anche se fosse nel più completo disaccordo in
merito ai suoi vari aspetti, l’obiettivo positivo e costruttivo di realizzare
compiutamente un’integrazione scolastica di qualità, in nome dei diritti degli
alunni con disabilità e delle loro famiglie, attraverso un cambiamento radicale che
innovi concettualmente in modo profondo e non si accontenti di resistere in trincea
ai continui tagli della politica scolastica governativa. 

Per questo il mio invito è “Iniziamo a discuterne” su internet, sui giornali e all'
8° Convegno Internazionale La Qualità dell'integrazione Scolastica e Sociale di
Rimini. 
                                                                                
Dario Ianes
Università di Bolzano