giovedì 30 giugno 2011

Centro Dislessia Santa Maria Nuova

REGGIO - Il servizio è praticamente unico in Italia, e domani sarà protagonista di uno speciale del celebre programma di Rai 1 "Superquark": si tratta del Centro Dislessia del Santa Maria Nuova. In tutto il territorio nazionale, esiste un simile servizio solamente al San Raffaele di Roma: il centro venne attivato nel 2008, in seguito a una proposta dell’Associazione Italiana Dislessia e alla collaborazione fra l’Università e l'Arcispedale.
Il servizio di diagnosi è rivolto ai maggiorenni, con sospetto di dislessia o Dsa (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) che spesso non hanno ricevuto in passato alcuna valutazione. Una simile diagnosi è ormai molto richiesta, specialmente dopo l'entrata in vigore della legge che tutela i disturbi specifici di apprendimento; in 3 anni di attività sono stati già diagnosticati circa 500 casi di dislessia, provenienti da tutto il territorio nazionale.
La diagnosi, compiuta dai neurologi e dagli psicologi del centro, si  svolge presso la Struttura Complessa di Neurologia dell'ospedale, e  prevede la somministrazione di una batteria di test di lettura e di altre prove che consentono di individuare con sicurezza i casi di dislessia. 
Il servizio è gratuito per gli studenti dell’Università di Modena e Reggio, e permette di ottenere oltre alla diagnosi, consigli sull’organizzazione delle attività di studio e sulle strategie per affrontare al meglio la carriera scolastica e professionale, usufruendo anche di percorsi facilitati all’interno dell’Università.
Per tutti gli altri utenti si accede al servizio con semplice richiesta del medico curante.
Da Reggioemilia.it 

domenica 26 giugno 2011

La "via" italiana all'integrazione: un rapporto su cosa non va. Progetto di Ricerca Tre Elle, Caritas e Fondazione Agnelli

MILANO -  Siamo tra i primi Paesi al mondo ad aver abbandonato le scuole speciali e attuato l’inserimento degli alunni con disabilità in classi comuni. Ma si tratta di una reale integrazione? La«via» italiana all’inclusione scolastica ha davvero funzionato? A individuare luci e ombre del modello scolastico introdotto in Italia più di 30 anni fa è il rapporto “Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte”, realizzato da Associazione TreeLLLe, Caritas Italiana e Fondazione Giovanni Agnelli. 
FOTOGRAFIA AGGIORNATA - «Nell’ultimo decennio gli alunni con disabilità nella scuola italiana sono aumentati di circa il 45% – riferisce Andrea Gavasco, direttore della Fondazione Agnelli - . La domanda di sostegno è in forte crescita: dai circa 140 mila alunni dell’anno scolastico 2001-02 si è passati ai 200 mila del 2009-10. Il numero di insegnanti di sostegno è cresciuto fino al 2006, poi si è stabilizzato: oggi sono circa 95 mila. In media sono due gli alunni disabili per ogni docente di sostegno». Ma cosa segnalano i dati? «Il modello di integrazione si basa su buoni principi ma è poco intelligente – afferma Gavasco - . Per esempio, esiste un meccanismo rigido: al certificato di disabilità, rilasciato dalla Asl, corrisponde un determinato numero di ore di sostegno. Questo, però, non permette di differenziare le risposte in base alle esigenze dei ragazzi».  
DIFFICOLTA’ DELLE FAMIGLIE - Tra l’altro, le famiglie devono spesso districarsi da sole tra i meandri della burocrazia per ottenere i certificati. In molti casi non sono coinvolte nel progetto educativo dei propri bambini. E, soprattutto le famiglie straniere con figli disabili, vivono un forte senso di isolamento. Per molti genitori, poi, il numero di insegnanti di sostegno rimane l'unico parametro di qualità e così lamentano l'insufficienza di ore di sostegno e il forte turn-over del personale. 
TROPPA MOBILITA’ - È proprio quest’ultimo uno dei nodi cruciali segnalato dal rapporto: quasi un alunno su due cambia l’insegnante di sostegno una o più volte durante lo stesso anno scolastico, con conseguenze negative per la continuità didattica, la relazione di fiducia che si crea tra docente e allievo e la stessa efficacia del processo d’integrazione. Poco valorizzati e motivati, gli insegnanti spesso vedono il posto di sostegno come uno dei canali privilegiati per entrare più rapidamente in ruolo. E questo determina una cronica assenza di personale specializzato. «È uno spreco di risorse perché gli insegnanti vengono formati ad affrontare bisogni speciali, ma le competenze poi vanno perdute», commenta Gavasco. Non sempre, peraltro, i docenti hanno una formazione specifica. Secondo il rapporto, una scuola del primo ciclo su tre non ha nessun insegnante con la specializzazione per il sostegno. Il più delle volte, poi, gli insegnanti curricolari sono privi di formazione pedagogica speciale.
PROPOSTE - Per superare nodi critici che rischiano di pregiudicare di fatto la qualità dell’integrazione scolastica, i promotori del rapporto lanciano una proposta di riforma del modello italiano. Innanzitutto occorre «abbandonare le rigide procedure che riducono l'integrazione a una meccanicistica attribuzione di insegnante o ore di sostegno - dice  Attilio Oliva, presidente di Treellle - . La qualità dell’integrazione, poi, si fa con la didattica individualizzata quotidiana da parte di tutti gli insegnanti, non con la delega al collega del sostegno. Inoltre, gli insegnanti di sostegno andrebbero assegnati sulla base dei bisogni delle scuole e il loro passaggio all’organico normale dovrebbe essere graduale».  
CENTRI RISORSE PER L’INTEGRAZIONE - La proposta prevede l’introduzione a livello provinciale di nuovi Centri risorse per l'integrazione (Cri) che dispongano di insegnanti e personale ad alta specializzazione e, di concerto con le scuole, definiscano e coordinino le risorse finanziarie, professionali e tecnologiche per l’integrazione, svolgendo anche formazione e consulenza alle scuole, come pure una funzione di “sportello unico” per le famiglie. Nelle intenzioni dei promotori la struttura dovrebbe «facilitare quella collaborazione fra scuola, famiglia, servizi sociali e sanitari, volontariato e comunità locale che oggi è carente e spesso impedisce la realizzazione di un autentico progetto di vita per l’alunno, che inizia dalla scuola ma guarda alla vita adulta».
tratto da: corriere.it 

I Mondiali di Atene all'insegna dell'integrazione

MILANO - Roberta Battistoni, ha 13 anni ed è la mascotte della squadra italiana che parteciperà ai Giochi Mondiali Estivi Special Olympics Atene 2011, in programma dal 25 giugno al 4 luglio. Un talento della ginnastica artistica e ritmica, è stata una delle prime atlete dello sport Special Olympics Unified che prevede esercitazioni svolte insieme a atleti senza disabilità intellettiva, una novità nata all’insegna dell’integrazione.  Nel 2007 e nel 2008 ai Giochi estivi gareggiò, infatti, con il cugino Francesco. Caparbia e simpaticissima, Roberta ha sfilato sulle passerelle di Laura Biagiotti, ha tenuto testa al Trio Medusa su Radio Dj, è stata invitata al Quirinale dal Presidente della Repubblica come talento sportivo per l’evento “Donne del domani”. Roberta non si tira mai indietro, fra l’emozione e la curiosità vince sempre la voglia di esserci, di vivere tutto quello che accade attorno a lei. A chi le chiede cosa farà da grande, risponde «lo chef». Insieme a 135 azzurri sta partendo per Atene dove è pronta a sfidare le migliori ginnaste.
GLI AZZURRI - La rappresentativa azzurra è stata presentata stamane a Roma. Ad Atene la delegazione Italia è composta da 188 persone, di cui 136 atleti, 49 tecnici e 3 delegati. Gli atleti italiani gareggeranno nell’atletica, nel badminton, nelle bocce, nel bowling, nel calcio a 5 maschile e femminile, nell’equitazione,  nella ginnastica artistica e ritmica, nel golf, nel nuoto, nel tennis tavolo, nel tennis. Tre le discipline unificate che, come abbiamo detto, prevedono la presenza anche di atleti senza disabilità intellettive, e sono: calcio a 7, pallacanestro maschile, femminile, e pallavolo.
I MONDIALI - Ai mondiali Special Olympics di Atene parteciperanno 7.500 atleti provenienti da 185 Nazioni, 3mila tecnici e giudici di gara, 25mila volontari e 40mila familiari.  Gli atleti gareggiano in 22 discipline: nuoto, atletica, badminton, basketball, beach volley, bocce, bowling, ciclismo, equitazione, calcio, golf, ginnastica, judo, kayak, sollevamento pesi, pattinaggio, vela, softball, tennis tavolo, pallamano, tennis, pallavolo.
IN ONDA IN TV - In Italia gli atleti Special Olympics sono oltre 10mila, mentre i potenziali beneficiari superano il milione. In Italia gli atleti praticano atletica leggera, bocce, calcio, equitazione, ginnastica, nuoto, pallacanestro, sci alpino, sci nordico, corsa con le racchette da neve, snowboard, tennis. I Mondiali di Atene saranno trasmessi da RaiSport2, dal 29 giugno.
DOVE PRATICARE SPORT - Special Olympics Italia è presente da venticinque anni e opera in tutte le regioni, dove i team locali seguono l’allenamento degli atleti nel rispetto dei programmi internazionali e attraverso convenzioni stipulate con alcuni tra i maggiori enti di promozione sportiva italiani (CSI, CSEN, Cns Libertas, US Acli, Cns Fiamma, Uisp, Aics e MSP). Gli atleti partecipano ogni anno ai Giochi Regionali e Nazionali delle varie discipline. Ai Giochi Europei e a quelli Mondiali, estivi ed invernali, partecipano alcune rappresentative.
SPECIAL OLYMPICS - Special Olympics è un progetto ideato da Eunice Kennedy che nel 1968 diede il via ufficiale al movimento con i Primi Giochi Internazionali di Chicago, Illinois. Si tratta di un programma di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva. Le attività sportive, praticate insieme a chi possiede pari abilità, consentono a queste persone di migliorare la qualità della vita, mettendole in condizione di raggiungere il massimo dell'autonomia possibile. Lo sport, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventa un efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione. Può essere palestra di vita che offre agli Atleti Special Olympics la possibilità di valorizzare le loro diverse abilità e di spenderle produttivamente nella società, che avvicinandosi a loro in situazioni gioiose e momenti di festa, matura una maggiore disponibilità verso questo tipo di disabilità.
tratto da: Corriere.it 

venerdì 24 giugno 2011

Mappa Genetica della Sindrome di Down

E' italiana la mappa che tracica il profilo completo dei geni alterati nella sindrome di Down, messa a punto dai ricercatori dell'Istituto di Genetica e di Bisofica " Adriano Buzzati Traverso" del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli. 
La mappa svela che la malattia ha origine dall'interazione dei geni in sovrappiù con gli altri geni nel DNA dell'individuo malato. 
Normalmente il patrimonio genetico di un essere umano è composto da 23 coppie di cromosomi omologhi, ossia con la stessa funzione. Nella Sindrome di Down la ventunesima coppia, ha un cromosoma in più. 
In base alla mappa genetica è risultato chiaro che non solo i geni presenti sul cromosoma 21 sono quelli responsabili dell amalattia ma anche che è la loro interazione con gli altri geni a determinare i disturbi tipici della sindrome. 
La Mappa ad alta risoluzione è stata ottenuta con la tecnica di sequenziamento massivo, una metodologia d'avanguardia che nasce dall'interazione fra la biologia molecolare e la bioinformatica. Il profilo ottenuto sarà fondamentale per studiare terapie che migliorino la qualità di vita di coloro che sono affetti dalla Sindrome. 
Sarà inoltre utile come modello per l'analisi di altre alterazioni genetiche, compresi i tumori. 
tratto da Mente e Cervello Giugno 2011.



mercoledì 22 giugno 2011

Convegno " La Qualità dell'integrazione Scolastica e Sociale"

Convegno internazionale
“La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale”
Rimini, 18, 19 e 20 novembre 2011
Direzione scientifica: prof. Andrea Canevaro e prof. Dario Ianes


Il Centro Studi Erickson organizza dal 1997 in collaborazione con Università, Istituzioni Pubbliche, Enti e Associazioni impegnate nel campo dell’integrazione scolastica e sociale, il Convegno Internazionale biennaleLa Qualità dell’integrazione scolastica e sociale".
Il Convegno è strutturato in 3 sessioni plenarie e in 80 workshop pomeridiani di approfondimento su tematiche inerenti l'educazione, l’integrazione scolastica e sociale, la disabilità, le difficoltà di apprendimento, le metodologie didattiche innovative, le nuove tecnologie. Quest'anno si darà rilievo ai temi derivati dal forte interesse all'uso di ICF nella scuola, alle tecnologie didattiche inclusive, ai materiali e strumenti compensativi per i Disturbi di apprendimento della lettura, ecc.
Vedi programma: http://www.convegni.erickson.it/qualitaintegrazione/programma
Si rivolge prevalentemente a insegnanti curricolari e di sostegno, dirigenti scolastici, psicologi, medici, educatori professionali, pedagogisti, logopedisti, riabilitatori, genitori e a chi quotidianamente lavora per costruire un'integrazione scolastica e sociale di Qualità. 
Vedi accreditamenti: http://www.convegni.erickson.it/qualitaintegrazione/accreditamenti
Per iscriversi: http://www.convegni.erickson.it/qualitaintegrazione/iscrizioni

 

Creazione di Ambienti modificanti per l'apprendimento


Tutto il movimento dell’educazione cognitiva lo sostiene ogni individuo è modificabile e “la teoria della modificabilità non è un lusso: salva la vita. Dà a ciascuno la possibilità di far parte della società” (Feuerstein, 2001).
È possibile educare i processi di pensiero, i potenziali intellettivi sono modificabili, educabili e rieducabili grazie all’influenza di mediazioni educative efficaci (Paour, 1998) .
Per tornare al contesto italiano, la scuola sta ridisegnando il suo ruolo in funzione di questa centralità? Le affermazioni della Commissione dei Saggi del 1997 restano un punto di riferimento, affatto obsoleto, anche se pesantemente attaccato su più fronti dai nuovi orientamenti di politica scolastica dell’attuale governo.
“Compito prioritario della nuova scuola è la creazione di ambienti idonei all’apprendimento che abbandonino la sequenza tradizionale lezione-studio individuale-interrogazione per dar vita a comunità di discenti e docenti impegnati collettivamente nell’analisi e nell’approfondimento degli oggetti di studio e nella costruzione di saperi condivisi. Queste comunità dovranno essere caratterizzate dal ricorso a metodi di insegnamento capaci di valorizzare simultaneamente gli aspetti cognitivi e sociali, affettivi e relazionali di qualsiasi apprendimento”.
Insegnare a diventare buoni pensatori, stimolare lo sviluppo delle abilità di pensiero e la consapevolezza dei propri processi mentali implica ridisegnare anche il ruolo dell’adulto non più come trasmettitore di conoscenze, ma mediatore, facilitatore dei processi di apprendimento.
Entro questo ricco filone di ricerca di una didattica speciale per la normalità di cui questo convegno è una mirabile sintesi, si colloca anche il Metodo Feuerstein.
Questa proposta pedagogica ha dato un contributo fondamentale e fortemente innovativo sul come si può lavorare sul potenziale di apprendimento sia di soggetti disabili sia di soggetti “normali”, appartenenti anche a culture diverse e si caratterizza come uno dei primi approcci metacognitivi in ambito educativo e riabilitativo.

Perchè diventa sempre più importante "insegnare a pensare?"



Oltre al fatto di diventare sempre più efficaci nell’insegnare a studenti con difficoltà di apprendimento, aumentano le ragioni per cui occorre orientarsi verso l’“insegnare a pensare”. Il libro Bianco su Istruzione e Formazione del 1995 lo pone con forza:
“È ormai chiaro che sia le nuove possibilità offerte agli individui che lo stesso clima di incertezza chiedono a ciascuno uno sforzo di adattamento, in particolare per costruire da sé le proprie qualifiche, raccogliendo e ricomponendo conoscenze elementari acquisite in svariate sedi. La società del futuro sarà dunque conoscitiva. È in questa prospettiva che si profila il ruolo centrale dei sistemi di istruzione…
L’istruzione e la formazione diventeranno sempre più i principali vettori di identificazione, di appartenenza, di promozione sociale e di sviluppo personale….
La posizione di ciascuno nello spazio del sapere e della competenza sarà decisiva. Questa posizione relativa, che si può qualificare come “rapporto conoscitivo”, strutturerà intensamente la nostra società.”
Anche dall’Onu, dall’Unicef e dall’OMS ci viene un quadro di riferimento generale delle cosiddette “abilità per la vita” che gli studenti di tutto il mondo dovrebbero acquisire e potenziare nel loro cammino formativo .
- Acquisire pensiero creativo e critico;
- Comunicare in forma adeguata al destinatario;
- Imparare a prendere decisioni tenendo conto dei dati di realtà
- A risolvere problemi specifici
- A gestire le emozioni, a sostenere stress e contenere ansie;
- Ad entrare in sintonia con le persone e gli ambienti.
- Riconoscere le proprie caratteristiche e sviluppare capacità auto-valutatitive;
Quindi i sistemi formativi sono chiamati in causa per qualificare il sapere di cui oggi, e ancor più domani, hanno bisogno la società ed i suoi cittadini.
La società della conoscenza in espansione su scala planetaria richiede una rifondazione dell’umanesimo che non può essere di una parte e per una parte dei suoi abitanti continuando ad alimentare saperi separati ed esclusivi: pertanto ha bisogno di investire sul potenziale conoscitivo di tutti, di qualunque società, cultura, età, genere e condizione, non per costruire nuove egemonie dominanti, ma per realizzare competizioni solidaristiche e cooperazioni nella diversità.

domenica 19 giugno 2011

Lecce, Corso sul Programma di Arricchimento Strumentale Primo Livello

FORMAZIONE P.A.S. con 10

crediti formativi universitari


CORSO DI ALTA FORMAZIONE
Corso sistematico ed intensivo di alta formazione su:
" Il Potenziale di apprendimento e l’Educabilità cognitiva. Corso teorico-pratico di Pedagogia della Mediazione"

Il costo per un modulo PAS di I livello è di Euro 700,00 (*).

La quota comprende il seminario propedeutico di Psicopedagogia dell’apprendimento e la formazione al Programma di Arricchimento Strumentale con l’insegnamento degli strumenti di primo livello. Durante e a conclusione del corso è  prevista per ciascun corsista la consegna del seguente materiale:

·  Copia di tutti gli strumenti PAS di primo livello + relative guide;

·   Testo base del Prof. Feuerstein : “Il Programma di Arricchimento Strumentale di Reuven Feuerstein” – Ed. italiana - Erickson, 2008 

·   Attestato di frequenza con determinazione di CFU del Centro Interateneo per la Ricerca didattica e la Formazione avanzata - Università Ca' Foscari di Venezia – Centro Studi Feuerstein

·    Attestato di frequenza internazionale PAS I Livello, rilasciato dall’ICELP di Gerusalemme

 DOCENZA E FORMAZIONE(Corso propedeutico di indirizzo di psicopedagogia dell'apprendimento)

 Prof. Mario Di Mauro – Università Ca’ Foscari di Venezia – Centro Interateneo per la Ricerca didattica e la Formazione avanzata

 Prof. Alcino Siculella –  Docente di Pedagogia Speciale -  Università di Lecce

( Formazione e Supervisione PAS ) Prof. Cosimo Dimagli- Centro autorizzato “Feuerstein” di  Manduria (Ta) – Direttore/Formatore PAS Standard  e PAS Basic. ;

Dr.ssa M. L. Boninelli del Centro Studi Feuerstein - Centro Interateneo per la Ricerca didattica e la Formazione avanzata Università Cà Foscari Venezia.                                         

 *La quota di partecipazione per tutti coloro che siano già in possesso dell’attestato di frequenza PAS 1° Livello,  dell’ICELP di Gerusalemme , è ridotta a € 500,00.

Tale somma darà diritto a tutti i materiali didattici previsti e comporterà l’obbligo della frequenza alle lezioni del modulo teorico ( 40 ore: 16  ore in presenza + 24 ore a distanza  ) , i lavori di gruppo (12 ore) della formazione PAS, la formazione non assistita (150 ore di studio individuale ). Restano facoltative le lezioni (48 ore) della formazione PAS ( 5 strumenti)

domenica 5 giugno 2011

Video: Il Manifesto degli Insegnanti.

Cari lettori
condivido con tutti voi l' Interpretazione del Manifesto degli Insegnanti, documento realizzato all'interno del network La Scuola che Funziona e presentato a Venezia a luglio 2010.